l'intervista
Regionali, parla Vendola: «La mia candidatura? Una questione di Avs. Al governo una destra serva di Trump»
«Qui politica in crisi per fetide clientele e trasformismo. Il voto comprato fa schifo ed è grave banalizzare la “questione morale”». E poi: «Qui un sovranismo padronale a stelle e strisce»
Nichi Vendola, presidente di Sinistra italiana, il campo progressista si è mobilitato per tre battaglie: referendum lavoro-cittadinanza, pride a Budapest e opposizione al dl Sicurezza. È già una piattaforma comune per le prossime politiche?
«È cruciale rimettere al centro della battaglia politica il lavoro, la sua qualità, i diritti negati di chi sente sul collo il fiato della precarietà, è urgente riaprire la questione del salario minimo e in generale del diritto ad una retribuzione dignitosa. Dobbiamo insistere, perché su questo terreno frana tutta la retorica della Meloni. C’è una immensa inquietudine tra chi lavora e chi cerca lavoro, tra chi studia e non ha fiducia nel futuro, e la destra al potere cerca di mettere le mani avanti con quel decreto sicurezza che criminalizza il dissenso e prefigura uno Stato di polizia. Sul fascista Orban che vieta il pride noi abbiamo alzato la nostra voce, la Meloni ha girato la testa dall’altra parte: la solidarietà tra camerati vale più dei principi di libertà. Ecco, penso che le forze progressiste stiano consolidando l’alleanza, questa è la strada giusta».
Sull’occupazione il governo vanta numeri da record, mentre la sconfitta nel referendum ha lasciato qualche strascico…
«Il governo non si accorge che una parte crescente di chi lavora sprofonda, pur avendo un qualche salario, nella povertà. La destra si conferma presidio degli interessi padronali oltre che serva di Trump, il nostro è un sovranismo a stelle e strisce. Col referendum abbiamo provato a chiudere un ciclo di precarizzazione del mercato del lavoro, non era facile in un clima di scarsa fiducia e di poca informazione. Ma non dobbiamo mollare».
La transizione ecologica si va restringendo nel parlamento Ue per la maggioranza variabile di Ursula.
«L’Italia va a pezzi, le montagne franano, i fiumi esondano, la crisi idrica incombe: e noi siamo governati dai nemici della scienza, da avventurieri pericolosi e ignoranti, da negazionisti ambientali che urlano contro il green per difendere le lobby degli inquinatori».
Poi c'è il tema delle guerre e delle posizioni differenti nel centrosinistra. Il Pd e Decaro, prossimo candidato governatore della Puglia, hanno votato il provvedimento finale a Strasburgo per l'utilizzo delle risorse Pnrr per la Difesa...
«In generale il Pd di Elly Schlein si sta schierando in forme sempre più nette sul terreno della pace e della lotta contro la follia suicida del riarmo: invece sono Salvini e Meloni i signori della guerra, saranno loro i killer del Welfare, a cui toglieranno i soldi necessari a comprare cannoni. Questo conta per me e sono convinto che troveremo anche Decaro sulla trincea di un pacifismo attivo».
Il diritto internazionale è ancora un argine dopo Gaza e il conflitto tra Israele e la repubblica persiana?
«L’Onu e le corti che tutelano il diritto internazionale sono stati bullizzati dal governo criminale d’Israele e dal suo protettore americano. È una china pericolosa e drammatica, in un mondo in cui danzano ovunque testate nucleari: la forza del diritto viene oggi soppiantata dal diritto della forza. E questo accade mentre a Gaza si compie un genocidio e in Cisgiordania l’esercito israeliano protegge la pulizia etnica dei coloni».
Come si costruisce la coalizione per le regionali pugliesi: quali i paletti?
«Tornando a coinvolgere attori sociali e cittadinanza attiva, ma anche ridando forza e valore ai partiti, ascoltando i giovani e le parrocchie, dando la parola ai saperi e alle competenze, lasciandoci attraversare dalla questione di genere: così si costruisce un programma che non sia solo un depliant pubblicitario».
Poi c'è la questione morale, anche se il voto comprato potrebbe diventare un errore veniale, secondo alcune interpretazioni...
«Il voto comprato fa schifo, è una ferita alla democrazia, ed è grave banalizzare la “questione morale”: quella che ogni giorno, dalle cronache delle inchieste, narra di un rapporto tossico tra potere e denaro ed esibisce la politica del privilegio, del tengo famiglia, delle virtù fetide del clientelismo».
Verso le prossime elezioni latita il dibattito sui contenuti: su cosa non si possono più chiudere gli occhi per presentarsi senza infingimenti ai pugliesi?
«Non si può chiudere gli occhi sulle criticità che ci minacciano: la crisi demografica, la crisi ambientale, la crisi sociale. In Puglia langue la vicenda Ilva, lasciata marcire nei debiti e nell’assenza di un piano industriale credibile e di un serio progetto di decarbonizzazione. Ma anche la crisi della politica la cui nobiltà viene ferita a morte al proliferare di pratiche trasformistiche».
Decaro mal digerisce, secondo i ben informati, la candidatura di ex governatori, anche se gli garantirete una polizza per l'elezione. Dove e come se può parlare di questo nodo, se è un tema politico disponibile, fuori dalle indiscrezioni?
«Per me è un tema che non esiste. Leggo indiscrezioni sui giornali a cui è surreale replicare. A oggi neppure sappiamo quando si voterà e chi si candiderà a presidente. La mia eventuale candidatura è questione che riguarda l’alleanza verdi sinistra, punto. Io sono presidente di un partito che è molto orgoglioso della sua inviolabile autonomia».
«Sacro queer» è il titolo della sua ultima raccolta di versi. La letteratura è una delle sue linee di impegno, in questo caso contro le guerre. Ha un libro come sogno nel cassetto da realizzare?
«Onestamente ho molti più progetti che non anni di vita! Scherzo, certo il successo di Sacro queer è per me assai incoraggiante, e spero di riuscire a portare a termine più di un libro che ho in cantiere, e non solo di poesie».