BARI - «La nuova lettera è stata firmata sempre dal direttore generale del Ministero della salute Americo Cicchetti e dice cose ragionevoli, anche se in Puglia saremmo andati comunque avanti perché abbiamo una legge non osservata dal Governo». Comincia così la nota del presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati, dopo la polemica nata nelle scorse ore secondo cui era emerso che le Regioni in piano di rientro dal disavanzo sanitario (tra cui la Puglia, insieme ad Abruzzo, Molise, Campania, Calabria e Sicilia) non possono acquistare l'anticorpo monoclonale, farmaco innovativo contro la bronchiolite, causata dal virus respiratorio sinciziale (VRS), malattia che colpisce soprattutto neonati e bambini, perché è vietato l'aumento della spesa.
«La lettera dice che ieri il Ministero si è sbagliato e che in considerazione dei possibili profili d’iniquità territoriale nell’accesso alle terapie basate sull’anticorpo monoclonale Nirsevimab-Beyfortus, utilizzato per la cura delle infezioni di virus respiratorio sinciziale (VRS) in età pediatrica, il Ministero ha già avviato le opportune interlocuzioni con l’Agenzia Italiana del Farmaco e la Direzione Generale della Prevenzione dello stesso Ministero, per garantire su tutto il territorio nazionale un equo e tempestivo accesso per i pazienti a tutte le terapie approvate che mostrano adeguati profili di appropriatezza, sicurezza ed efficacia.
Insomma, quello che avevamo già detto, che ci aspettavamo e che il Governo Meloni ha inteso accogliere».
LA RISPOSTA DEL MINISTERO
Il ministero della Salute ha già avviato i contatti con l’Aifa al fine di rendere disponibile in tutte le Regioni, a carico del Servizio sanitario nazionale e dunque senza oneri per i cittadini, l’anticorpo monoclonale Nirsevimab contro il virus respiratorio sinciziale nei bambini, che può evolvere in casi di bronchiolite anche gravi. La precisazione arriva dallo stesso ministero, dopo che una precedente circolare - datata 18 settembre - aveva allertato le Regioni in piano di rientro, prevalentemente al Sud, in merito all’opportunità di garantire autonomamente la somministrazione di questo farmaco, definito anche vaccino anti-bronchiolite, gratuitamente pur non essendo incluso nei Livelli essenziali di assistenza.
In una nuova circolare alle Regioni in data odierna, a firma direttore generale della ex Direzione della Programmazione sanitaria, Americo Cicchetti, si chiarisce infatti che «in considerazione dei possibili profili di iniquità territoriale nell’accesso alle terapie basate sull'anticorpo monoclonale Nirsevimab-Beyfortus, utilizzato per la cura delle infezioni di virus respiratorio sinciziale (VRS) in età pediatrica, derivabili dall’applicazione della nota del 18/09/2024, il ministero ha già avviato le opportune interlocuzioni con l'Agenzia Italiana del Farmaco e la Direzione Generale della Prevenzione dello scrivente Ministero, al fine di garantire un equo e tempestivo accesso per i pazienti a tutte le terapie approvate che mostrano adeguati profili di appropriatezza, sicurezza ed efficacia su tutto il territorio nazionale».
Il problema, da quanto si apprende, è che esiste attualmente una normativa restrittiva per le regioni in piano di rientro che rende allo al momento difficoltosa l’erogazione di farmaci non compresi nei Lea attraverso una decisione autonoma da parte di queste Regioni. Al fine di superare tale difficolta normativa, si terrà oggi, secondo quanto si apprende, una riunione al ministero tra i dipartimenti della Prevenzione e della Programmazione.
Nella prima nota alle regioni del 18 settembre, firmata dal direttore generale del ministero della Salute Americo Cicchetti e trasmessa alle Regioni, si rilevava che «risulta, a livello nazionale, che più Regioni abbiano previsto, autonomamente, la somministrazione monodose dell’anticorpo monoclonale Nirsevimab» contro la bronchiolite nei neonati «senza oneri per i pazienti. Appare quindi necessario, alla luce di quanto sopra rappresentato fornire i seguenti chiarimenti: le Regioni in piano di rientro dal disavanzo sanitario (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia), non possono, ad oggi, garantire la somministrazione dell’anticorpo monoclonale Nirsevimab, in quanto, come già rappresentato, trattasi di prestazione extra Lea». Si tratta infatti di un farmaco innovativo non inserito nel piano nazionale prevenzione vaccinale, quindi ancora non inserito nei Lea e non rimborsabile. La Regione Puglia però ha approvato una legge, non impugnata dal governo, che ne autorizza la somministrazione gratuita. Successivamente è giunta la precisazione del ministero della Salute.
Il caso aveva subito sollevato polemiche politiche. «Per quanto si cerchi di negare, in Italia continuano ad esistere una sanità di serie A e una di serie B, cittadini di serie A e cittadini di serie B e il Ministero della Salute lo ha dimostrato per l’ennesima volta», sostengono i deputati pugliesi del Pd Ubaldo Pagano, Marco Lacarra e Claudio Stefanazzi. «Da domani un bambino pugliese o calabrese o abruzzese dovrà stare più attento di uno veneto ad evitare bronchioliti e polmoniti perché non avrà la possibilità di assumere gratuitamente un farmaco molto efficace».