Incontri
G7, ecco perché il prossimo summit nel 2024 si terrà in Puglia. Emiliano: «Cortesia istituzionale»
Che sia Bari o Otranto la sede, il simbolo sarà il ponte tra culture lontane
Sarà la Puglia nella sua interezza a far da scenario al G7 a guida italiana in programma a giugno del 2024. «Dopo le elezioni del 9 e 10 giugno» ha spiegato Giorgia Meloni a Hiroshima sabato pomeriggio. Indipendentemente da quale sarà la sede fisica che ospiterà i «grandi della terra», la scelta della Puglia è un’intensa occasione sociale, culturale e d’immagine, poi - certo - anche economica.
Una terra che dagli anni Duemila in poi ha cominciato a marciare senza sosta - certo, con le sue difficoltà, con le sue contraddizioni - ma distinguendosi in quel Mezzogiorno sempre in affanno. La Puglia - come emerso nel corso dell’ultimo Forum Ambrosetti - è la terza regione italiana, fra quelle del Sud, per dimensione economica: rappresenta il 19,4% del Pil del Mezzogiorno, mentre il 53,4% delle esportazioni regionali dipende da settori ad alta tecnologia come aerospazio, farmaceutica, automotive e Ict. La Regione supera la media del Sud Italia nella dotazione di strade, porti e connettività: il porto di Bari è tra i primi venti nel Mediterraneo, mentre il capoluogo pugliese è quinto in Italia per numero di start up innovative, ospitando oltre la metà delle realtà pugliesi. Con queste performance, si comprende bene che la ribalta internazionale del G7 ce la siamo un po’ conquistata...
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EMILIANO: CORTESIA ISTITUZIONALE
«Non spetta alla Regione Puglia trovare la location per il prossimo G7, ma al governo e ai Paesi che vi parteciperanno. Ringraziamo l’esecutivo, la presidente Meloni mi ha chiamato personalmente e ho molto apprezzato la cortesia e lo stile istituzionale, non sempre consueti. Noi collaboreremo per permettere al meglio lo svolgimento dell’evento». Lo ha detto il presidente della Regione, Michele Emiliano, commentando la scelta del governo di ospitare il G7 del 2024 in Puglia. "Verrà scelto un luogo che possa rappresentare al meglio lo sforzo di accoglienza che noi pugliesi facciamo verso chiunque, in nome della pace e del dialogo tra le nazioni - ha aggiunto Emiliano -. Ci sono tante città che possono rappresentare la Puglia al meglio, ma noi non possiamo influenzare la scelta. Lo dico anche a chi ha provato a raccomandarsi: probabilmente non si è capita la portata dell’evento, che non ha precedenti nella storia della regione».
«C'è anche un significato simbolico dietro questa scelta - ha detto ancora Emiliano -. Il comune di Bari e la Puglia sono stati per certi versi interlocutori inascoltati nella crisi che ha poi separato la Russia dall’Occidente: avevamo intuito i fattori di divisione, il Papa ha riunito qui più volte i patriarchi e gli esponenti delle chiese ortodosse non solo per questioni religiose, ma anche per evitare ciò che poi purtroppo è successo. San Nicola, coinvolto dalla premier senza nominarlo, è il ponte tra Oriente e occidente. E non è solo il patrono di Bari, ma di tutta la Puglia».