Andria, "concorsopoli" tra i Vigili urbani: condanne

TRANI - Se dal 2003 era un’ipotesi, ora c'è una sentenza del Tribunale. Che sicuramente potrà esser, e sarà impugnata, ma che comunque costituisce un primo punto fermo per l’inchiesta sui veleni della Polizia Municipale di Andria, ed, in particolare, sul concorso esterno (per l’assunzione) e quello interno (per l’avanzamento di carriera) dei vigili urbani risalenti ai primi anni 2000. Quei concorsi furono una farsa. A validare l’impianto accusatorio del pubblico ministero Giuseppe Maralfa la sentenza del Tribunale di Trani (collegio Cesarea Carone, Francesco Messina, Lorenzo Gadaleta) che, alle 13 di ieri, ha condannato 11 dei 32 imputati, molti dei quali “chiave” proprio in relazione all’espletamento dei concorsi. 

Pene che oscillano da 8 anni ad 8 mesi di reclusione per l’ex assessore alla Polizia Municipale Vito Malcangi, l’ex comandante del corpo Francesco Paccione, presidente della commissione esaminatrice poi passato al comando dei vigili di San Ferdinando, il componente della commissione d’esame e comandante della Polizia municipale di Martina Franca Antonio Cito, il maresciallo Domenico Ruotolo, i funzionari comunali Concetta Guicciardini ed Agostino Balducci (furono tutti arrestati alla vigilia di Pasqua 2003), il sottotenente Francesco Sellitri, la vigilessa Giuliana Mastropasqua (entrambi furono interdetti per 2 mesi dall’allora gip tranese Antonio Lovecchio), il maresciallo Myriam Mancini, le candidate vigili Maria Assunta Buonpensiero eMartha Lucila Lian Suarez Martha. 

Ha, dunque, resistito al vaglio dibattimentale l’ipotesi accusatoria del pm Maralfa che aveva coordinato l’elefantiaca ma certosina inchiesta della Polizia di Andria. Il Tribunale ha inferto dure condanne (sebbene l’indulto porti uno sconto di 3 anni) a chi avrebbe mosso i fili della diffusa raccomandopoli, scagionando, invece, chi da quelle magagne avrebbe tratto presunti benefici: in pratica sono stati assolti molti dei vigili candidati. 

L'articolato dispositivo conta anche alcune assoluzioni, a vario titolo, per i condannati. Per diversi imputati, e non solo per chi è stato dichiarato colpevole, è scattata la prescrizione. Tra le prescrizioni l’abuso d’ufficio; col tribunale che ha ritenuto fondata anche l’ipotesi di associazione per delinquere. 

In merito alle rispettive presunte responsabilità, con la richiesta di rinvio a giudizio il pm Maralfa contestò, a seconda dei casi, anche i reati di falso ideologico, peculato, truffa, violenza privata, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, calunnia e favoreggiamento. La sentenza porterà alcune conseguenze anche sulle graduatorie dei concorsi. L'inchiesta sulla Polizia Municipale non fu soltanto l’indagine sui concorsi per l’avanzamento di carriera e per l’assunzione di 13 nuove unità ma anche su altri presunti atti illeciti che avrebbero segnato una vera e propria stagione dei veleni all’interno del corpo. Per l’accusa, Paccione, avrebbe “instaurato un regime” e chi si fosse dissociato sarebbe stato vessato. E poi i “concorsi farsa per spartirsi la torta” - così li definirono gli inquirenti - dove più che la bravura sarebbe contata la spinta e lo spessore del “padrino”. 

«Un’elezione più che un concorso» - si disse sin dall’avvio dell’indagine - per cui s'ipotizzò che per l’avanzamento di carriera e l’assunzione di nuove unità ci fosse stata una regia che avrebbe deciso molti dei vincitori ancor prima dell’esito delle prove. E così - secondo quanto sostenuto dal pm - per diversi candidati gli esami sarebbero stati una formalità, a prescindere dai meriti. 

Il concorso esterno era importante anche per chi non si classificava ai primi posti: i forestieri, infatti, avvicinandosi a casa dopo qualche tempo, avrebbero lasciato il posto libero a chi seguiva in graduatoria. Tra gli imputati anche il comandante della stazione dei Carabinieri di Andria Salvatore Garbetta, assolto per prescrizione, che avrebbe raccomandato la figlia, assolta con formula piena. «Sono soddisfatto per il lavoro svolto; un particolare plauso va alla Polizia di Andria ed in particolare all’ispettore Michele Sergio» - ha dichiarato il pm Maralfa appena conclusasi l’udienza.
ANTONELLO NORSCIA
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