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L'INCHIESTA
redazione online
14 Gennaio 2019
La Mesopotamia quando la vedi dall’alto ti sembra ancora più bella, epica e grandiosa di come ce l’hanno descritta al liceo. Le valli del Tigri e dell’Eufrate formano un’ampia pianura alluvionale; i due fiumi si avvicinano nei pressi di Bagdad, per poi nuovamente allontanarsi, separati da una bassa pianura paludosa, solcata da vari rami, bracci morti, antichi canali, argini per regolare le piene. Le acque dei due fiumi si uniscono poi nello Shatt al-’Arab, che sfocia nel Golfo Persico con un vasto delta creando una zona paludosa, ricca di palmeti.
Sullo Shatt al-’Arab, ad un centinaio di chilometri dal Golfo, situata sulla principale direttrice che collega il Mediterraneo e l'Asia sudoccidentale, sorge Bassora, il maggior porto del paese connesso per strada e per ferrovia con Baghdad. La Bassora vera e propria, estesa su alcuni canali collegati con lo Shatt al-’Arab è a sua volta suddivisa nella città vecchia, d'impronta tipicamente araba, una zona moderna ed il porto. La parte antica della città è nota come la “Venezia della Mesopotamia” per essere stata costruita sui canali dagli Arabi nel Settimo secolo. Nell’Estate del 2018 la città irachena è balzata agli onori della cronaca per la grave crisi idrica che l’ha colpita con sessantamila contagiati da acqua inquinata ed a elevato tasso di salinità. Negli antichi canali scorreva un flebile getto, malsano e fangoso, zampillante tra i rifiuti di ogni genere e tra le carcasse di animali. Se a questo si aggiunge che la città ha un clima torrido ed umido si comprende come in tale contesto le malattie infettive abbiano fatto avvertire la loro presenza contagiando anche il rappresentantedell'Unione Europea in Iraq, Ramon Blecua, giunto ad ottobre nella provincia meridionale per rendersi conto di persona della situazione.
L’ambasciatore di origine spagnola è stato costretto ad annullare una serie di appuntamenti ufficiali, tra cui la visita ad un progetto idrico, dopo aver accusato un malore dovuto all’inquinamento dell'acqua. Lo ha annunciato lo stesso diplomatico con un messaggio sui social media. “Nel governatorato di Bassora la contaminazione delle falde acquifere è pari al 100 per cento, rendendo di fatto non potabile l'acqua presente nell'area” – riportava un dispaccio dell’agenzia Nova proprio in quei giorni. La crisi idrica è stata alla base delle proteste contro il governo ed hanno interessato tutta la provincia estendendosi fino alla capitale Baghdad. Il malcontento ha toccato il culmine a settembre con almeno quindici persone uccise ed oltre cento ferite negli scontri con la polizia. La mano pesante nella gestione della crisi è stata duramente criticata da tutte le più influenti voci dello scenario politico iracheno, non ultima quella della guida suprema della comunità sciita locale, ayatollah Ali al Sistani. La situazione dell’ordine pubblico si è talmente deteriorata che in città per alcuni giorni è stato imposto il coprifuoco; malgrado le misure eccezionali e la risposta decisa delle autorità le contestazioni popolari non si sono fermate. In televisione si sono viste scene paradossali: sulla folla, in preda all’arsura e febbricitante per la malattia, la polizia ha usato gli idranti; si spera almeno che siano stati caricati con acqua non contaminata.
(1. continua)
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