Pd puglia
De Santis: «Antonio è simbolo del nuovo corso. Il Pd sull’etica è in linea con i grillini»
«Bene l’apertura dell’ex premier, il candidato sarà scelto con gli alleati»
Domenico De Santis, il Pd Puglia si appresta a completare il percorso sul programma per le regionali con una assemblea finale. Un primo bilancio?
«La riunione conclusiva si terrà nei prossimi giorni. La Puglia si trova in un momento cruciale: può continuare a crescere economicamente come negli ultimi 20 anni o tornare a un modello più debole. Lo dimostrano i due indicatori più importanti: il Pil pro capite passa da 17mila euro del 2015 a 23mila del 2023, il Pil generale a prezzi correnti è cresciuto del 29,6%, passando da 72 miliardi del 2016 ai 91 del 2024. L’economia è cresciuta come non mai: gli occupati sono 147mila in più rispetto a 10 anni fa».
Dove e cosa si può migliorare?
«La Regione ha bisogno di affrontare problemi strutturali come la bassa produttività diminuendo le disuguaglianze tra aree interne e costiere. Dobbiamo rendere più stabile il lavoro, aumentando i salari e distribuendo più equamente la crescita economica; migliorare la qualità della sanità nonostante siano stati fatti passi da gigante. Dobbiamo completare la trasformazione della filiera agroindustriale, e renderci più autonomi sulle risorse idriche, individuando con i cittadini tre nuovi dissalatori e potenziando il riuso dell’acqua depurata».
La partecipazione nei vostri incontri provinciali?
«Si sono svolte oltre 140 assemblee, con iscritti e parti sociali, un vero dialogo con la società pugliese. Il team guidato da Salvatore Piconese, Vito Peragine, Pierpaolo Treglia, Giulia Iacovelli, Elisa Mariano, da tanti giovani come Georgia Tramacere, Shady Alizadeh e Guido Catalano ma anche da «saggi» come Mario Loizzo e Pippi Nocera, ha fatto un grande lavoro collettivo».
Come si costruisce la prossima coalizione?
«Dobbiamo essere testardamente unitari così come abbiamo fatto a Foggia, alle provinciali di Taranto e in tanti altri comuni pugliesi. Assieme al M5S, Avs e le civiche dobbiamo consolidare il fronte progressista. Le priorità sono lavoro, salute, e tutela dell’ambiente. Vogliamo tenere insieme il cosmopolitismo pacifista di don Tonino Bello con l’innovazione delle nostre università dove è nato il common rail, passando per il futuro dello spazioporto e per un turismo sempre crescente ma rispettoso delle comunità».
Quando presenterete Antonio Decaro come candidato governatore alla coalizione?
«Abbiamo un punto fermo: Decaro può interpretare sicuramente una proposta aggregante delle forze politiche e della società pugliese. Ma incarna anche il rinnovamento di una classe dirigente. Il leader della coalizione sarà individuato con tutti gli alleati. L’apprezzamento di Conte per l’ex sindaco di Bari è un buon segnale in questo senso».
L’ex premier 5S parla di rinnovamento vero, «Decaro da solo non basta». Che liste farete? Esponenti di peso come Filippo Caracciolo, insieme ad altri, sono quasi in Purgatorio. L’assessore Fabiano Amati è iscritto al Pd…
«Con Conte ci troviamo in sintonia sul terreno dell’etica e del rinnovamento. Il Pd ha dimostrato di avere gli anticorpi per allontanare i trasformismi e chi non è in regola con i nostri valori. Le liste saranno piene di giovani e donne che eleggeremo. Abbiamo chiuso le porte a chi pensa che il Pd sia un autobus utile solo per farsi eleggere. Qualcosa è cambiato».
A cosa si riferisce?
«Stiamo provando a far diventare il Pd il partito che pensa meno agli eletti e più agli elettori. Con coerenza politica, come quella mostrata abbandonando la giunta Melucci a Taranto, quando aveva iniziato ad imbarcare persone vicine alla Lega. E le ultime comunali ci hanno premiato».
Che valore ha per il Pd nazionale la regione della «Primavera»?
«Il laboratorio pugliese nasce dall’intuizione di Franco Cassano quando nel suo “pensiero meridiano” tracciò lo stimolo alle forze progressiste di costruire un Sud diverso, capace di autodeterminarsi senza aspettare che altri decidessero il nostro destino».
Poi ci sono stati due “primattori”.
«Emiliano e Vendola in questi venti hanno trasformato la Puglia da “Emilia nera” ad una delle poche regioni italiane governate dal centrosinistra, hanno cambiato l’immagine della nostra terra in positivo. Qui abbiamo testato anche il campo largo con i 5S, aperto la strada al Conte 2. Ora dalle regionali passa il futuro dell’Italia. La visione “testardamente unitaria” è la strada maestra per vincere le prossime regionali, proponendo agli italiani una alternativa credibile al governo della Meloni».