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l'accordo tra Renzi e Pittella
14 Febbraio 2018
di PIERO MIOLLA
Nessuna opera completata, ma almeno due terzi di quelle previste in corso di realizzazione o, se non altro, in fase di affidamento. È questo, a grandi linee, lo stato dell’arte del cosiddetto «Patto per la Basilicata», l’imponente programma di opere pubbliche in svariati settori sottoscritto dall’ex premier Matteo Renzi con il governatore lucano Marcello Pittella. Un programma che, secondo gli esponenti di quella area politica, rappresenta un chiaro impegno per l’ammodernamento e la messa in sicurezza della nostra regione, mentre per altri è un semplice libro dei sogni o, più semplicemente, un rimettere insieme opere che, in realtà, erano già state previste.
Comunque la si pensi, ad oggi qual è lo stato di avanzamento del Patto per la Basilicata? Al momento risulta (la fonte è la Regione Basilicata) che il 79 per cento degli interventi è allo stato dei lavori in corso, mentre un altro 15 per cento è in fase di progettazione e il 3 in fase di affidamento. A conti fatti, dunque, solo l’1 per cento degli interventi risulterebbe ancora da progettare, mentre un 2 per cento di opere, contemplando un raggruppamento di interventi, potrebbe a sua volta generare altri lavori. Tutto questo se si esaminano le opere da realizzare sotto il profilo del numero di interventi. Se, invece, si passa ad un esame in termini di milioni di euro, il 41 per cento delle opere (pari a 1 miliardo e mezzo di euro circa) è in fase di progettazione (parliamo di 258 interventi), mentre gli interventi con lavori in corso sarebbero il 25 per cento (1.349 interventi per un totale di poco più di 943 milioni di euro). La diversa percentuale che viene fuori a seconda che si guardi al numero di interventi oppure ai milioni di euro, deriva dal fatto che non in tutti i casi lo stato di avanzamento dei lavori è stato già concretizzato. Morale della favola? Al netto delle considerazioni di tipo tecnico-burocratico, ad oggi il Patto per la Basilicata vedrebbe due terzi degli interventi previsti nella sua fase di realizzazione, tra lavori in corso, lavori in affidamento e quelli con progettazione in corso. Nessuno, però, completato, consegnato e inaugurato. A tal proposito, però, da via Anzio precisano che non ci sono ritardi ed anzi si è assolutamente in linea con la programmazione, anche europea. Dunque, non ci sarebbe alcun ritardo. Anche perché, hanno sottolineato in Regione, a dicembre è stata effettuata una riprogrammazione del Patto, che ha ovviamente in qualche modo rallentato il tutto.
Se non ci sono opere concluse, però, c’è qualcuna che è in dirittura d’arrivo? Sempre secondo fonti regionali sì: il campus universitario di Matera. C’è qualche intervento che, per converso, è in ritardo? No, o meglio, «Ni»: quelle relative al dissesto idrogeologico, infatti, sebbene per motivi di raccordo con il Governo centrale e il sistema Rendis non sono ancora partite, ma dovrebbero farlo a breve.
A corollario di questi dati, poi, c’è il fatto che, se il costo totale del Patto per la Basilicata è di 3 miliardi e 829mila euro, costo che risulta coperto al 100 per cento, al momento l’avanzamento della spesa si attesterebbe sui 548 milioni 534mila euro. Da ultimo, non risultano esserci tra le opere in programma interventi con particolari criticità: addirittura il 98 per cento delle opere, infatti, viene considerata di criticità non nota o non presente, mentre quelle con criticità alta, media o bassa, si spartiscono il restante 2 per cento. Infine, da via Anzio hanno sottolineato che il termine temporale di riferimento per la consegna delle opere è il 31 dicembre del 2019.
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