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La Cgil di Mestre
07 Gennaio 2018
GIOVANNI RIVELLI
Sono poche, arrancano a chiudere i bilanci e a garantire l’occupazione, ma a evadere le tasse se la cavano alla grande. Così, almeno, la Cgia di Mestre descrive le aziende lucane nell’ambito di un’indagine realizzata dal proprio centro studi sull’evasione delle imprese italiane. Ebbene, la piccola Basilicata per tutti i settori considerati presenta valori percentuali superiori a quelli della media nazionale col risultato finale che in Basilicata per ogni 100 euro di gettito incassato dallo Stato c’è un’evasione di 17,9 euro, ossia un euro e 60 centesimi in più dell’incidenza media nazionale collocandoci al decimo posto tra le regioni. In totale i 915 milioni d i euro che si stima siano evasi in Basilicata possono anche sembrare poca cosa sugli oltre 114 miliardi di evasione nazionale ma se nel resto del Paese l’evasione fosse la stessa che in Basilicata, il totale nazionale delle imposte evase supererebbe i 125 miliardi, con una crescita di oltre 11 miliardi rispetto alla già esorbitante cifra attuale.
Ma vediamo il dettaglio delle somme sottratte a tassazione. La Cgia le divide in tre voci: sotto-dichiarazione degli utili conseguiti (differenza tra i dati di contabilità nazionali e quelli delle dichiarazioni dei redditi), lavoro irregolare (somma tra lavoro nero e lavoro irregolare) e altre attività (dagli affitti in nero alle attività illegali, dalle mance a tutto quanto sottratto a tassazione). Per consolarci possiamo dire che la Basilicata non primeggia in nessuna di queste classifiche (siamo tra la settima e la decima posizione) ma comunque il tasso di irregolarità e superiore alla media.
Per le sotto-dichiarazioni, le aziende lucane sottraggono al fisco il 6,8% del valore aggiunto, per un totale di 735 milioni di euro. Siamo mezzo punto oltre la media nazionale e in decima posizione.
Ma è nel lavoro irregolare che facciamo la performance peggiore. Il 5,23 di media nazionale, in Basilicata si eleva a un 6 netto (settimo valore più alto tra le regioni italiane) con 648 milioni di redditi da lavoro nero. Un problema, in questo caso, spesso non solo per il fisco ma anche per quanti non riescono ad avere un lavoro regolare, con assicurazione e contributi.
In fine l’«altro». Su questo fronte scivoliamo nuovamente in decima posizione con 278 milioni di euro di evasione pari al 2,57 per cento del valore aggiunto.
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