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Nonna Maria festeggia 106 anni: è la più longeva della provincia di Brindisi
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13 Luglio 2017
Francesco Russo
MELFI Attività ferme per un intero turno nello stabilimento Fca-Sata di San Nicola di Melfi, a causa della temporanea mancanza di pezzi meccanici prodotti in un’altra fabbrica del gruppo (a Pomigliano d’Arco). Lo stop produttivo è durato dalle 14 alle 22 di ieri, mentre si è ripreso a lavorare regolarmente nel turno successivo. La direzione aziendale, attraverso una comunicazione ufficiale aveva avvisato in mattinata le Rsa di stabilimento aderenti a Fim-Cisl, Uilm-Uil, Fismic, Ugl e Aqfcr. «Lo stabilimento di Melfi di Fca - ha spiegato l’azienda - deve procedere con carattere di massima urgenza a sospensioni delle attività dalle 14 alle 22 con richiesta di intervento del trattamento ordinario di cassa integrazione salariale a favore dei lavoratori, in relazione a una temporanea mancanza di materie prime (Front End)».
La sospensione delle attività ha interessato circa duemila dipendenti. Il problema, in realtà, è stato risolto in breve tempo. Ma tra gli operai si spera che episodi del genere non si verifichino nuovamente, per evitare spiacevoli sorprese nella busta paga. I lavoratori dello stabilimento della Fiat Chrysler Automobiles di Melfi, tra l’altro, stanno già sopportando brevi stop produttivi per problematiche legate a cali nelle vendite fisiologici durante il periodo estivo. La fabbrica lucana, ricordiamo, interromperà le proprie attività - per questioni legate all’andamento di mercato - anche dal 26 al 29 luglio prossimo. Un precedente step di cassa integrazione - già osservato - era stato annunciato poche settimane fa ed interessava il periodo compreso tra il 29 giugno ed il 2 luglio scorsi. Le organizzazioni di categoria, intanto, non sembrano essere molto preoccupate dello stop provocato dalla mancanza dei front-end realizzati a Pomigliano. «Il fatto che si sia ripreso subito a lavorare - commenta un sindacalista - non ci fa temere la presenza di particolari problemi. È stata una sospensione non importante e quindi non c’è da preoccuparsi». Il lavoratori del pianeta Fca, intanto, devono fare i conti anche con il gran caldo e con le elevate temperature che si registrano negli ultimi giorni. I disagi maggiori sono sopportati dai lavoratori della Ute Plastica. La Fiom-Cgil, che si sta interessando della questione, considera «inaccettabile l’indisponibilità a riconoscere pause aggiuntive e la fornitura di qualche bottiglietta d’acqua». «I picchi di calore e i danni che possono provocare - insiste la Fiom - non si attenuano solo con una buona programmazione».
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