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Potenza
16 Marzo 2017
di Massimo Brancati
POTENZA - Non è la difesa d’ufficio di un ente ormai rottamato. È il grido d’allarme per servizi che sono rimasti in capo alla Provincia nonostante la si stia svuotando di risorse. È stato spolpato delle risorse, per mano del governo nazionale, fino a spingerla sul ciglio del burrone. Un precipizio chiamato bancarotta. All’ente però, come dicevamo, non è stata sottratta alcuno dei delicatissimi compiti di responsabilità che aveva da tempo, a cominciare dalla manutenzione e sicurezza della viabilità provinciale; dall’edilizia scolastica; dalle competenze in materia ambientale.
Ieri l’annuncio del presidente della Provincia di Potenza, Nicola Valluzzi, che domani presenterà un esposto cautelativo alla Procura della Repubblica: non ci sono risorse in particolare per la manutenzione delle strade ed è impossibile, in questa situazione, garantire la sicurezza sulla rete viaria. E dire che proprio per quanto riguarda la «cura» delle strade ci sarebbe un gruzzoletto importante da utilizzare, le tasse versate dagli automobilisti. Ma questi fondi sono stati prelevati direttamente dallo Stato che li ha dirottati verso altri scopi. Tanto per ricordare l’esempio più eclatante, da lì il governo dell’ex premier Renzi ha preso i soldi per attribuire il bonus degli 80 euro.
La Provincia di Potenza oggi, rispetto al 2014, si trova con meno soldi e con il personale praticamente dimezzato. In tre anni sono stati prepensionati quasi 120 dipendenti. Gli effetti di tutto ciò si riverberano principalmente sul controllo delle strade. Ci sono circa 2600 chilometri di arterie provinciali da sorvegliare e manutenere. Un compito che oggi viene affidato a meno di 40 cantonieri. Per quelle stesse strade, quindici anni fa i cantonieri in servizio erano 300.
Gli effetti di questo doppio binario (carenza di risorse e calo del personale) sono già visibili sulla rete stradale di competenza della Provincia di Potenza (205 arterie). Fioccano le chiusure.
Si tratta in gran parte di strade di montagna disseminate su un territorio orograficamente alquanto impervio ed accidentato e caratterizzato da un elevatissimo e diffuso grado di dissesto idrogeologico.
Ad oggi risultano chiuse al transito di ogni tipo di automezzo dieci arterie (strade provinciali 20, 40, 11, 12, 13, 16/1° tronco, 10/1° tronco, ex Ss 96, ex Ss 103, ex Ss 19), mentre ne sono chiuse parzialmente altre 16 (strade provinciali 63, 36, 54, 137, ex Ss 276, 24, 111, 150, 79, 105, 21, 88, 114, 127, 10/ terzo tronco, ex Ss 303).
Da Roma è arrivata la notizia dell’azzeramento del prelievo 2017 da parte dello Stato nei confronti delle Province (circa 650 milioni di euro previsti dalla legge di stabilità 2015). Buona notizia, ma fino a un certo punto perché restano in piedi i tagli degli altri anni per un ammontare di 1 miliardo e 230 milioni. Soldi in meno che stanno spingendo gli enti dritti dritti verso il default.
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