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Abuso d’ufficio sulla lottizzazione di S. Caterina
11 Marzo 2017
di Pino Perciante
MARATEA - Tutti a processo. Il caso della lottizzazione di Santa Caterina a Maratea finisce davanti al collegio del tribunale. Il gup di Lagonegro, Rosamaria de Lellis, ha infatti rinviato a giudizio l’ex sindaco Mario di Trani e altre 12 persone con l’accusa di concorso in abuso d’ufficio. Il processo comincerà il prossimo 14 settembre.
Oltre a di Trani, siederanno sul banco degli imputati anche gli ex consiglieri comunali Biagio Schettino, Biagio Belvedere, Gerarda Glosa, Giovanni Limongi Rizzuti, Virgilio Lammoglia, Diego Glosa, Biagio Schettino, Marinella Job, Rosa Brando e Antonio Magnabosco, l’ex dirigente del settore lavori pubblici, Anna Maria Magliano, e l’imprenditrice Rosa Amoroso.
La vicenda si consumò nell’estate del 2010. Secondo la Procura, l’allora sindaco e la maggioranza consiliare, su istigazione dell’imprenditrice, approvarono una nuova convenzione in cui il Comune rinunciava alle opere di urbanizzazione (un anfiteatro e parte della strada della Marinella ) che invece, per legge, avrebbe dovuto acquisire. La lottizzazione di Santa Caterina è quella che prevede, tra l’altro, la realizzazione delle famose villette a schiera sulla costa, a ridosso della zona già edificata del Pianeta Maratea.
Nel 1981 due società chiesero al Comune di realizzare un complesso turistico – residenziale sulla costa. In cambio, per compensare gli oneri di urbanizzazione, avrebbero dovuto realizzare delle opere pubbliche, tra cui l’anfiteatro, da cedere poi gratuitamente al Comune. Il piano rimase in parte inattuato. Nel 2010 il Comune, per completare il progetto, fece un’altra convenzione con le due società, in cui rinunciava alle opere di compensazione (l’anfiteatro, un campo di calcetto e la strada) monetizzandole per circa 245mila euro.
Nel mirino dell’accusa la delibera comunale che a ridosso di ferragosto del 2010 modificò la convenzione con i costruttori che avrebbero dovuto completare il discusso progetto. L’accordo del 2010 prevedeva anche una nuova volumetria di 30 mila metri cubi di cemento per realizzare un gruppo di villette a schiera sulla costa che avrebbero dovuto completare il piano di costruzione avviato nel 1981. Un progetto, quello delle vilette, balzato agli onori della cronaca tre anni fa e contestato dagli ambientalisti che più volte hanno presentato esposti. Proprio a seguito di un esposto, la Procura di Lagonegro aprì un altro fascicolo di recente archiviato dal gip per il principio del «ne bis in idem», essendoci già l’inchiesta che oggi ha prodotto i rinvii a giudizio. E sull’intera vicenda indaga anche la Corte dei conti che contesta un danno di oltre 600mila euro.maratea Sul banco degli imputati ex consiglieri comunali. La vicenda risale all’estate del 2010
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