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Ambiente & Salute
04 Settembre 2018
PIERO MIOLLA
Nonostante le numerose emergenze ambientali e gli allarmi da più parti lanciati sullo stato della salute dei lucani, la Basilicata continua a scontare ritardi in merito al registro tumori. Che risulta essere aggiornato al 2014 (i cui dati sono stati pubblicati a dicembre 2017). Il registro generale di tutti i tumori maligni (questo è, in buona sostanza, il registro tumori) è tenuto sulla base della popolazione regionale e la sua attività, così come definita a livello nazionale e internazionale, si basa sulla ricerca attiva dei casi attraverso fonti primarie e secondarie ben definite e verificate.
Il registro raggiunge adeguati livelli di completezza e precisione grazie all’utilizzazione di alcuni strumenti, quali le schede di dimissione ospedaliere, gli archivi di anatomia, istologia e citologia patologica, quelli archivi di mortalità e le cartelle cliniche, che risultano pertanto fondamentali non solo per la sua tenuta, quanto, soprattutto, per la sua veridicità. Ma cosa dicono gli ultimi dati pubblicati? Che le patologie tumorali tra gli uomini sono aumentate dalle 1.639 del 2005 alle 1.801 del 2014, così come tra le donne sono passate dalle 1.210 del 2005 alle 1.516.
In buona sostanza, in Basilicata il tasso di incidenza su centomila abitanti è aumentato dall’iniziale 412,1 del 2005 al 426,1 tra i maschi e, dal 291,5 del 2005 al 347,9 del 2014, tra le donne. Scendendo ancora più nel dettaglio, per i maschi le patologie tumorali più frequenti sono risultate essere quelle alla pelle (non melanomi), con 417 casi, alla prostata (286), alla vescica (209), al polmone (195), al colon (189) e allo stomaco (104). Per le donne, invece, quelle alla mammella (402), alla pelle (non melanoma: 314), al colon (144), tiroide (96), encefalo (81), utero (76).
Peccato che siffatto registro, come anticipato, sia aggiornato al 2014: sul sito del Crob di Rionero in Vulture, infatti, l’ultimo aggiornamento è stato pubblicato il 18 dicembre del 2017 e si riferisce, appunto, ai dati di incidenza tumorale dell’anno 2014. Nella stessa data, inoltre, sono state pubblicate anche le tabelle e i grafici di riepilogo. Nonostante i dati siano aggiornati al 2014, però, in occasione della pubblicazione degli ultimi dati, si leggeva: «Questo ulteriore aggiornamento, a sette mesi dall’ultimo in cui sono stati pubblicati i dati 2013, conferma il Registro Tumori di Basilicata tra i più aggiornati a livello nazionale accreditati dall’Airtum». Sia come sia, l’iniziativa di Silvana Arbia, che, proprio partendo da questo ritardo nella tenuta del registro, ha proposto la creazione di un comitato di tutela per la salute dei cittadini lucani, dimostra che il tema è sentito, e non potrebbe essere diversamente. Gli allarmi lanciati, anche a più riprese, da parte praticamente di chiunque non possono e non devono rimanere inascoltati. La speranza, l’auspicio, è che in questa regione dalle tante risorse e dalle altrettante problematiche connesse alla salute, si trovi finalmente la quadratura del cerchio per sopperire allo strapotere dei predoni dell’ambiente, che, ad iniziare dall’industrializzazione selvaggia degli anni ‘60 e ‘70, hanno trasformato la nostra regione in una zona non più «isola felice».
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