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Corleto Perticara
03 Maggio 2018
Luigia Ierace
Un altro passo verso la messa in produzione del giacimento lucano di Tempa Rossa. Si è concluso con esito positivo il primo step di collaudi sulla sicurezza nel Centro Olio di Corleto Perticara, nell’ambito dei controlli finali che precederanno l’avvio a regime delle estrazioni petrolifere nella Valle del Sauro, previsto da Total, Shell e Mitsui entro il 2018.
E ora si attende solo che la compagnia francese «accenda i motori», vista la formalizzazione dell’autorizzazione a effettuare le prove di funzionalità dell’impianto a gas. Un ok conseguente all’esito favorevole dei collaudi effettuati dall’Unimg (Ufficio nazionale minerario per gli idrocarburi e le georisorse) del Ministero dello Sviluppo economico con i Vigili del fuoco sulle installazioni di sicurezza, sugli impianti antincendio e di sensoristica del Centro Olio di Corleto Perticara.
A fine aprile, infatti, come anticipato dalla Gazzetta, sono stati completati tutti gli accertamenti tecnici di sicurezza che hanno permesso agli uffici preposti del Ministero dello Sviluppo Economico di consentire alla Total di dar corso alle prove di esercizio dell’impianto per la parte gas. Ora sarà la compagnia francese a decidere quando avviare i test sugli impianti e sulle nuove apparecchiature con gas di importazione che sarà immesso nel Centro Olio per le prove di esercizio. In questa fase che potrà durare da un mese e mezzo a due mesi, sarà introdotto il gas, già acquistato dalla Snam, attraverso un by-pass, evitando le linee di misura, che serviranno poi all’avvio effettivo della produzione di Tempa Rossa, a quantificare il gas realmente prodotto dopo la separazione da petrolio e acqua e pronto a essere convogliato nella rete Snam.
In questi due mesi, saranno effettuate tutte le verifiche impiantistiche, in particolare sul funzionamento delle turbine, alimentate a gas, per la produzione di energia elettrica, comprese le torce, sistema di sicurezza indispensabile nel Centro Olio di Corleto. Ma trattandosi di un impianto moderno e di nuova concezione, quest’ultimo non avrà la fiaccola così visibile come quella della Val d’Agri. Ma non avrà neppure le quantità di gas che tratta l’Eni al Cova. All’inizio, infatti, saranno quantitativi talmente bassi, che serviranno probabilmente per i consumi interni dell’impianto.
A Tempa Rossa non ci sarà una sola torcia, ma un sistema di piccole torce praticamente quasi invisibili.
Dal gas all’olio, ma il terreno sarà «scivoloso». A cavallo dell’estate potrebbe partire una nuova fase con la messa in funzione vera e propria del Centro Olio nella sua interezza con le prove di esercizio alla produzione e lavorazione del greggio lucano. Tutto dovrà funzionare perfettamente e sotto tutti gli aspetti, dalla sicurezza, all’ambiente, alla salute e non ultimo alla parte economica, con i i controlli alle apparecchiature per la misurazione del petrolio estratto. In base alle quantità di greggio estratto il Ministero dello sviluppo economico dovrà quantificare le royalties che la joint venture Total-Shell e Mitsui dovrà versare, ma anche la relativa tassazione.
Le prove di esercizio riguarderanno uno dei 5 pozzi perforati, il Gorgoglione 1, scelto per motivi anche logistici, per la sua posizione proprio a ridosso del Centro Olio. Si partirà con 5.000 barili al giorno, per testare l’impianto, che con le autobotti saranno portate da Corleto alla raffineria di Taranto. Ma bisognerà attendere ancora altre autorizzazioni e collaudi.
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