Nichi Vendola: non ho scelto io Romeo

BARI - Il fatto che tra 8 giorni la Romeo Gestioni comincerà a lavorare negli uffici della Regione non toglie il sonno a Nichi Vendola. «Siamo tranquilli, tranquillissimi», risponde il governatore a chi lo interroga sugli echi della nuova appaltopoli napoletana, la cui onda lunga si è propagata fino a Bari. Il re delle pulizie dal 1° gennaio prenderà servizio nelle sedi regionali sparse per tutta la Puglia, ma Vendola non farà come il sindaco Emiliano che a Bari ha annunciato la rescissione del contratto: si va avanti così, a meno che non sia il ministero dell’Economia a intervenire. Una decisione che nell’entourage di Vendola viene motivata sulla base dei rapporti giuridici tra i vari soggetti in campo. La Regione non ha infatti scelto direttamente la Romeo, ma si è affidata alla convenzione Consip e dunque ha rapporti soltanto con la società che fa capo al dicastero dell’Economia: il capo di gabinetto di Vendola, Francesco Manna, aspetta comunicazioni in merito agli eventuali provvedimenti che la Consip vorrà assumere nei confronti di Romeo. Se non ce ne saranno, si va avanti come stabilito. «Anche perché - ragiona Vendola - per quando la Romeo arriverà da noi, probabilmente sarà guidata da un ammin istratore giudiziario». Certo, è stridente la differenza con quanto annunciato da Emiliano. In Regione però non condividono la strategia del Comune di Bari, per due ordini di motivi. Primo, risolvere la convenzione con la Consip senza un motivo tangibile (a parte un danno d’imma - gine tutto da dimostrare) potrebbe esporre l’ente a pesanti risarcimenti. Secondo, l’alter - nativa a Consip (e quindi a Romeo) è la proroga dei contratti in corso, che è di per sé un’altra scelta poco igienica dal punto di vista dell’a m m i n i s t r a z i o n e. Diverso è il discorso dal punto di vista politico. Vendola ha provato un po’ di fastidio quando la polemica che si è scatenata negli ultimi giorni intorno alle intercettazioni ha cercato di coinvolgere un suo assessore nel ruolo di «terminale» di quel «se ne sta occupando » pronunciato da Renzo Lusetti. Ancora ieri An incalzava il governatore sul punto: ma Vendola non ha alcuna intenzione di farsi trascinare in questa arena. Quindi, a maggior ragione, la scelta di non intervenire nei confronti di Romeo suona come una dichiarazione politica di «superiorità» rispetto all’intera vicenda. Come dire: «Noi non c’entriamo». In questi giorni sulla scrivania del governatore c’è un altro dossier che ha a che fare, in qualche modo, con la questione morale. Riguarda il presidente della Camera di commercio di Bari, Luigi Farace, balzato agli onori della cronaca per alcune disavventure giudiziarie: prima la condanna in primo grado a 3 anni e mezzo, a Trani, per bancarotta fraudolenta, poi il rinvio a giudizio a Bari con l’accusa di aver «truccato» le tessere della Federcommercio. Vendola non sembra intenzionato a intervenire per rimuovere Farace dalla guida dell’ente camerale, o almeno non ancora. Il presidente vuole muoversi con grande cautela, affinché le sue decisioni siano inattaccabili: il commissariamento di Farace, è la linea ufficiale della Regione, scatterà solo a seguito di una eventuale condanna della Corte dei Conti. Intanto, ieri pomeriggio Vendola sarebbe dovuto andare a Roma, alle 17,30, per incontrare l’amministratore delegato della Cai, Rocco Sabelli. Ma gli sviluppi della vicenda Alitalia, con il blocco di Fiumicino, hanno fatto slittare l’appuntamento in cui si sarebbe dovuto discutere dei voli verso la Puglia. Se ne riparlerà dopo Natale.
MASSIMILIANO SCAGLIARINI
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