Emiliano: non è stata rispettata la legge
BARI - «La Presidenza del Consiglio ha ignorato l’intesa forte tra Stato e Regione ed ha rilasciato il titolo autorizzativo senza rispettare la legge». Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha spiegato oggi nell’aula del Consiglio regionale pugliese le motivazioni che hanno portato la Regione ad avanzare al Ministero dello Sviluppo economico l’istanza di revoca in autotutela del titolo autorizzativo del gasdotto Tap che dovrebbe approdare sulle coste del Salento, a Melendugno.
«Se l’istanza di revoca fosse accolta bisognerebbe ricominciare tutta la procedura, il che - ha spiegato Emiliano - ci consentirebbe di meglio tutelare le ragioni della Puglia.
La Regione ha manifestato un dissenso espresso e motivato nell’ambito del procedimento di rilascio dell’autorizzazione ed il Ministero avrebbe dovuto attuare idonee procedure per consentire trattative volte a superare le divergenze».
«Avrebbe dovuto - ha aggiunto Emiliano - in base alla consolidata giurisprudenza costituzionale sull'intesa forte applicare correttamente il Dpr 327/2001 (articolo 52 quinquies, commi 2 e 5) così come la sentenza 239/2013 della Corte Costituzionale. Si tratta di un vizio che - secondo Emiliano - mina in radice tutta la procedura autorizzativa. Ciò che più conta è che il procedimento ha determinato la palese lesione delle prerogative costituzionali della Regione e che la lesione risulta certificata dalla sentenza n. 110/2016 della Corte costituzionale depositata lo scorso 20 maggio. In questa - sottolinea Emiliano - si ribadisce l’intesa forte, chiarendo che deve riguardare anche le operazioni preparatorie.
Si tratta di una pronuncia che ha effetti dirompenti e ulteriormente inficianti sulla procedura seguita per l’autorizzazione Tap. È evidente che si sta innescando una sequenza di atti illegittimi ed adesso il Governo è a conoscenza delle illegittimità che ha compiuto e che ha involontariamente realizzato».
«Da questa fase in poi - ha concluso Emiliano - tutti gli atti che il Governo dovesse assumere non avrebbero più un valore di mero errore, ma di consapevole violazione della legge, il che mi auguro non avvenga. Se è vero che ci può essere un interesse strategico essenziale alla realizzazione di un’opera è anche vero che il fine non giustifica mai la violazione di norme».