Sul ciclo rifiuti: basta frammentazione

BARI  - «Certo, se il ciclo dei rifiuti è diviso per province, ci sono certamente più rischi che la progettazione strategica complessiva sia influenzata da soggetti locali, tra cui anche eventuali infiltrazioni criminali». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, parlando con i giornalisti oggi a margine della audizione della Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti.

«Se viceversa, come noi cercheremo di fare - ha sottolineato Emiliano - avremo una unica strategia regionale con un’unica autorità per il ciclo dei rifiuti regionale, limitiamo le possibilità di intercettare i flussi di denaro connessi al ciclo dei rifiuti da parte di chicchessia, anche delle organizzazioni criminali». Sull'argomento si è soffermato con i cronisti anche il presidente della Commissione di inchiesta, Alessandro Bratti, secondo il quale le infiltrazioni criminali sono agevolate dalla "forte frammentazione di gestione e da una scarsa presenza del pubblico, senza imputare colpe al privato perché non mi permetterei mai, ma la frammentazione aiuta queste infiltrazioni».

In Puglia, ha aggiunto, «il ciclo dei rifiuti non è chiuso, mancano gli impianti, quelli esistenti sono in parte sotto sequestro, in parte non a norma o chiusi. Per cui la situazione è complicata. E il rischio di una emergenza ci può essere». E "frammentazione più emergenza - ha rilevato Bratti - è uguale pericolo. Questa è una semplice equazione che si trova da tutte le parti». «E quindi - ha concluso - sarebbe da scongiurare arrivare anche qui a quel punto».

«Mi devo togliere la giacca, rimboccarmi le maniche, cercare di sistemare l’impiantistica. Ho detto alla Commissione - ha riferito il governatore - che non ci sono gli impianti (per chiudere il ciclo, ndr), che il sistema non funziona e che sono stato costretto a commissariare tutto per cercare di evitare una emergenza rifiuti».

«Abbiamo spiegato - ha aggiunto Emiliano - che ci sono diverse discariche pericolose in Puglia, tutte più o meno simili, solo che alcune sono legali per decreti legge dello Stato e per pronunciamenti anche del Parlamento e alcune sono ancora illegali». «Questo ovviamente - ha proseguito - rende ancora abbastanza complessa la procedura. Abbiamo anche specificato che in Puglia non è stata portata a termine praticamente nessuna bonifica negli ultimi anni, se non quelle della Fibronit e dell’ex Gasometro nel Comune di Bari. Sono le uniche bonifiche che in qualche maniera sono arrivate alla fine». «Abbiamo preso l’impegno adesso - ha assicurato - a bonificare tutte le discariche illegali che non siano in qualche maniera rese legittime dagli interventi del Parlamento, perché dentro l’Ilva ci sono discariche che erano illegittime e che non avevano i requisiti per poter essere autorizzate, e che sono state autorizzate per legge nei decreti Ilva».

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