BARI - Dall'interrogatorio di Filippo Pappalardi «non sono emersi fatti nuovi ed è ormai chiaro che gli elementi di cui dispone la procura sono insufficienti per sostenere un'ipotesi di sequestro di persona. Siamo ancora lontani». E' netto il giudizio del difensore di Filippo Pappalardi, Angela Aliani, sull'interrogatorio-fiume a cui è stato sottoposto ieri il papà di Francesco e Salvatore, i fratellini scomparsi da Gravina in Puglia il 5 giugno 2006.
«Ciò che ha in mano l'accusa e le contestazioni che sono state fatte ieri al mio assistito - sostiene visibilmente soddisfatta Aliani - non sono di così pregnante significazione. Io spero - continua - che si chiarisca tutto. Pappalardi è assolutamente estraneo ai fatti. Più passa il tempo, più ne sono convinta». E la sua posizione, anche dopo il lungo interrogatorio, «non si è affatto adombrata».
Sul fatto che Pappalardi - secondo gli investigatori - non abbia un alibi per giustificare un presunto buco di almeno due ore nei suoi spostamenti la sera della scomparsa dei figli, il penalista spiega che «non c'è certezza su questo punto perchè le due ore cosiddette di buco sono colmate dal contatto che Pappalardi ha avuto con le persone con cui ieri è stato messo a confronto».
«E' su altri punti - ha detto il legale riferendosi alla tesi dell'accusa - non siamo d'accordo». Filippo Pappalardi - prosegue l'avv.Aliani - «non deve avere alcun alibi: ha chiarito tutto su dove si trovava, è stato coerente e ha dato sempre la stessa indicazione. I riferimenti sono stati sempre precisi».
Sui motivi che hanno indotto la convivente dell'uomo, Maria Ricupero, ad avvalersi della facoltà di non rispondere, il legale ha sottolineato che «non bisogna sottovalutare l'attesa di ben 12 ore che la signora ha dovuto sopportare» prima di comparire davanti ai magistrati, il procuratore della Repubblica Emilio Marzano e il pm Antonino Lupo. «La sua scelta - ha concluso - merita rispetto».
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