
Dopo un anno di purgatorio la Juventus è tornata in Serie A. La squadra di Didier Deschamps ha ottenuto la matematica promozione nella massima divisione vincendo per 5-1 ad Arezzo. Travolta dallo scandalo Calciopoli e costretta a cedere numerosi pezzi pregiati dell'ultimo dei numerosi cicli dell'era Moggi-Giraudo, la Vecchia Signora ha centrato un obiettivo che all'inizio della stagione appariva complicato per via della penalizzazione di 17 punti ricevuta nel secondo grado di giudizio di fronte alla Corte Federale. Poi, con lo sconto ottenuto dall'arbitrato del Coni, la prima Serie B dei bianconeri è diventata poco più di una passeggiata. La Juventus, eliminata in estate dalla Coppa Italia per mano del Napoli, si è concentrata unicamente sull'obiettivo promozione scalando rapidamente le prime posizioni della classifica ipotecando con largo anticipo il ritorno nel calcio che conta.
La nuova sfida, sul piano tecnico, si chiama competitività. Il presidente del club, Giovanni Cobolli Gigli, ha fatto intendere chiaramente che nella prossima stagione la Juventus non punterà allo scudetto ma ad un piazzamento utile a riconquistare la remunerativa Champions League, ovvero il trampolino per un rilancio che prima di tutto dovrà essere finanziario. Il dubbio più grande, per quanto concerne il campo, è la posizione del tecnico Deschamps. Cobolli lo ha confermato, ma da più parti la permanenza dell'ex mediano bianconero non è considerata una certezza. L'altro fronte legato a perplessità e timori è quello della giustizia sportiva, visto che oltre al secondo filone di Calciopoli - quello originato dalla questione delle schede telefoniche agli arbitri - il club bianconero è messo a rischio dalle rivelazioni di un ex dirigente, Maurizio Capobianco, che in una recente intervista ha denunciato doni di "ingente valore" indirizzati dall'ex direttore generale Luciano Moggi ad arbitri, dirigenti federali e giornalisti.
Gli scandali e la retrocessione hanno tenuto banco anche nel corso della festa, iniziata negli spogliatoi tra un gavettone ed un pensiero alla torrida estate del 2006. "Ci siamo sdebitati, dobbiamo sentirci liberi", ha detto Pavel Nedved, una delle stelle rimaste in bianconero anche dopo la retrocessione. Giorgio Chiellini, gregario autore di una doppietta, ha invece parlato di questo anno nella serie cadetta definendolo "un'ingiustizia". Il tecnico Didier Deschamps ha parlato di "un'impresa che rimarrà nella storia", mentre il presidente Giovanni Cobolli Gigli ha preferito sottolineare la rincorsa alla promozione con 9 punti di handicap: "Abbiamo espiato quello che dovevamo e anche di più", ha affermato negli spogliatoi il massimo dirigente, festeggiato dai giocatori, che al fischio finale hanno tutti indossato una eloquente maglia con su scritto 'B..astA'. La B, maiuscola, cancellata da una croce.
"Abbiamo dimostrato ancora una volta di essere i più forti", ha detto Trezeguet a fine partita, "ci avevano chiesto di riportare la Juventus in Serie A. E' cosa fatta. Ora festeggiamo, poi vedremo cosa succederà". Per il capitano di lungo corso, Alessandro Del Piero, è invece "un grande giorno": "Non è un traguardo per il quale siamo abituati a lottare. E' stato un anno difficile e molto lungo", ha detto Del Piero, oggi autore di una doppietta, "ritornando con la mente alla prima giornata di campionato (pareggio per 1-1 a Rimini ndr), mi viene da sorridere". Un sorriso anche per la classifica dei cannonieri del campionato cadetto, che vede Del Piero primeggiare: "Sono in testa e spero di rimanerci". Il direttore generale Jean Claude Blanc non ha negato i contrasti tra il tecnico Deschamps ed il direttore sportivo Alessio Secco, inserendoli comunque in un contesto di ordinarietà: "E' normale che ci siano differenti punti di vista, è positivo", ha detto Blanc. La società li confermerà entrambi? "Didier fa parte del progetto della Juventus, la priorità era la promozione. Da domani iniziamo a lavorare", ha aggiunto il dirigente della Juventus, "perché da domani inizia un nuovo cammino".
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