Il racconto: «Ho temuto di morire...»
di ANTONIO VILLANI
SAN MARCO IN LAMIS - Una donna con la sua creatura sul balcone della loro casa accerchiata dal fango che con le mani chiedevano aiuto e di essere portate in salvo, lontano da quel fango che scendeva dalla montagna e che metteva paura, terrore. La signora e la piccola sono poi state tratte in salvo subito: i primi soccorritori sono riusciti ad aprire una breccia nel fiume di detriti che arrivavano dalla montagna. Una notte da incubo per alcune famiglie di San Marco in Lamis.
«Abbiamo visto la montagna scivolare sotto i nostri occhi e siamo stati assaliti dal terrore». Racconta così la sua esperienza di sfollato, Pio Di Martino, uno degli abitanti di via Sciascia, una delle strade invase dal fango e detriti nel nubifragio della scorsa notte insieme alle strade di via Sannicandro, via Londra e via Livatino, attualmente ospitato presso la struttura in via Compagnone dove la Protezione civile e il Centro operativo comunale di San Marco in Lamis ha, fin dalle prime ore, attrezzato con brandine e tutto l’occorrente per permettere agli sfollati di passare la notte in sicurezza.
«Erano le 22 circa quando al rumore della pioggia che cadeva incessante da molte ore, si è aggiunto quello di una valanga che stava investendo la strada sotto casa - racconta, ancora frastornato, Pio De Martino -. Sono corso subito fuori, come gli altri abitanti del quartiere, spaventati per quel torrente di fango che scorreva in strada ed entrava nelle case. Subito dopo sono arrivati i carabinieri e ci hanno sollecitato ad abbandonare le case in fretta e metterci in salvo - ricorda l’uomo -. Eravamo tutti in preda al panico: abbiamo temuto per la nostra vita, ma anche per le nostre case che temevamo venissero distrutte dal nubifragio. Qualcuno è stato svegliato nel sonno, altri hanno cercato di prendere gli oggetti più cari prima di abbandonare la propria casa, non sapendo se sarebbero riusciti a ritrovarli. Momenti davvero terribili». Strade come fiumi in piena e invase da fango e detriti: una notte da incubo per molte famiglie di San Marco in Lamis, fra cui quella di Di Martino. «Ho sentito una specie di boato e ho solo avuto il tempo di portare all’esterno di casa mio figlio e mia moglie prima che il fango ci ostruisse il passaggio - è l’impressio - nante racconto di Antonio, un abitante di Via Livatino, un’altra strada ricoperta dal fango -. La pioggia era battente al punto che si è staccata una frana di sassi e detriti, che oltre a danneggiarmi la casa, si è poi abbattuta sulle strade e nel paese». Così è stato: il fiume di fango e grosse pietre è sceso con forza inaudita ed ha praticamente ostruito ogni via di fuga.
«E’ stato impressionante - dice Michele - quando sono ritornato più tardi ho fatto fatica a riconoscere la strada di casa: fango dappertutto. E’ s t at o un vero miracolo che nessuno sia rimasto direttamente coinvolto. I problemi maggiori li hanno avuti gli automobilisti le cui auto sono state colpite dai sassi o portate vie dal fango». Impressionante anche il racconto di Angela, un’altra residente di via Sciascia: «Non riesco più a entrare in casa perché il fango blocca tutti gli accessi: è veramente una situazione terribile». Restano in piedi, mentre continua a piovere, pesanti interrogativi su una situazione idrogeologica che è ormai ad altissimo rischio.
SAN MARCO IN LAMIS - Una donna con la sua creatura sul balcone della loro casa accerchiata dal fango che con le mani chiedevano aiuto e di essere portate in salvo, lontano da quel fango che scendeva dalla montagna e che metteva paura, terrore. La signora e la piccola sono poi state tratte in salvo subito: i primi soccorritori sono riusciti ad aprire una breccia nel fiume di detriti che arrivavano dalla montagna. Una notte da incubo per alcune famiglie di San Marco in Lamis.
«Abbiamo visto la montagna scivolare sotto i nostri occhi e siamo stati assaliti dal terrore». Racconta così la sua esperienza di sfollato, Pio Di Martino, uno degli abitanti di via Sciascia, una delle strade invase dal fango e detriti nel nubifragio della scorsa notte insieme alle strade di via Sannicandro, via Londra e via Livatino, attualmente ospitato presso la struttura in via Compagnone dove la Protezione civile e il Centro operativo comunale di San Marco in Lamis ha, fin dalle prime ore, attrezzato con brandine e tutto l’occorrente per permettere agli sfollati di passare la notte in sicurezza.
«Erano le 22 circa quando al rumore della pioggia che cadeva incessante da molte ore, si è aggiunto quello di una valanga che stava investendo la strada sotto casa - racconta, ancora frastornato, Pio De Martino -. Sono corso subito fuori, come gli altri abitanti del quartiere, spaventati per quel torrente di fango che scorreva in strada ed entrava nelle case. Subito dopo sono arrivati i carabinieri e ci hanno sollecitato ad abbandonare le case in fretta e metterci in salvo - ricorda l’uomo -. Eravamo tutti in preda al panico: abbiamo temuto per la nostra vita, ma anche per le nostre case che temevamo venissero distrutte dal nubifragio. Qualcuno è stato svegliato nel sonno, altri hanno cercato di prendere gli oggetti più cari prima di abbandonare la propria casa, non sapendo se sarebbero riusciti a ritrovarli. Momenti davvero terribili». Strade come fiumi in piena e invase da fango e detriti: una notte da incubo per molte famiglie di San Marco in Lamis, fra cui quella di Di Martino. «Ho sentito una specie di boato e ho solo avuto il tempo di portare all’esterno di casa mio figlio e mia moglie prima che il fango ci ostruisse il passaggio - è l’impressio - nante racconto di Antonio, un abitante di Via Livatino, un’altra strada ricoperta dal fango -. La pioggia era battente al punto che si è staccata una frana di sassi e detriti, che oltre a danneggiarmi la casa, si è poi abbattuta sulle strade e nel paese». Così è stato: il fiume di fango e grosse pietre è sceso con forza inaudita ed ha praticamente ostruito ogni via di fuga.
«E’ stato impressionante - dice Michele - quando sono ritornato più tardi ho fatto fatica a riconoscere la strada di casa: fango dappertutto. E’ s t at o un vero miracolo che nessuno sia rimasto direttamente coinvolto. I problemi maggiori li hanno avuti gli automobilisti le cui auto sono state colpite dai sassi o portate vie dal fango». Impressionante anche il racconto di Angela, un’altra residente di via Sciascia: «Non riesco più a entrare in casa perché il fango blocca tutti gli accessi: è veramente una situazione terribile». Restano in piedi, mentre continua a piovere, pesanti interrogativi su una situazione idrogeologica che è ormai ad altissimo rischio.