ROMA - «Vi regalo un fiore, perché dai fiori nasce l'amore; un fiore, per tutte le volte che venite chiamati sbirri; un fiore, perché non esistono solo persone che vi disprezzano». Questi i primi versi della poesia, di autore anonimo, lasciata sotto la porta del commissariato Politeama di Palermo dopo gli incidenti di ieri allo stadio di Catania, a causa dei quali l'ispettore Filippo Raciti è deceduto per lo scoppio di una bomba carta all'interno dei veicolo in cui si trovava.
Pubblicata sul sito della Polizia, che apre la pagina dedicata a quanto accaduto ieri con il titolo «un giorno triste». Di seguito il testo integrale della poesia: «Vi regalo un fiore, perché dai fiori nasce l'amore; un fiore, per tutte le volte che venite chiamati sbirri; un fiore, perché non esistono solo persone che vi disprezzano; un fiore, perché per guadagnarsi il pane, non basta più solo lavorare; un fiore, perché le croci di cui è affastellata la vostra memoria recano la dicitura 'morti' e non 'vittime'; un fiore, per tutte le volte che la vostra dignità viene calpestata; un fiore per tutto l'odio che vi sputano addosso perché indossate una divisa; un fiore per tutte le volte che non vi considerano semplicemente umani; un fiore perché purtroppo è il massimo che posso permettermi; solo un fiore, perché per rendervi l'onore che meritate non basterebbero tutti i fiori del mondo».
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