Il fronte anti-siriano in Libano critica Hezbollah: «Questo non ha niente a che fare con la democrazia o la libertà, questo è stato trasformato in un colpo di Stato, è una rivolta in ogni senso del termine»
BEIRUT - Dure accuse del fronte anti-siriano in Libano a Hezbollah per i blocchi stradali e le aggressioni che hanno accompagnato lo sciopero generale. «Questo non ha niente a che fare con la democrazia o la libertà, questo è stato trasformato in un colpo di Stato, è una rivolta in ogni senso del termine», ha denunciato Samir Geagea, il capo delle Forze cristiane libanesi che ha anche criticato la passività delle forze dell'ordine. «Gli agenti collaborano e proteggono i dimostranti anzichè aprire le strade e proteggere i cittadini che vogiopno andare a lavorare», ha lamentato. L'ex deputato Fares Sahd, figura di spicco del campo anti-siriano, ha invitato le forze governative a «non partecipare a questo palese colpo di Stato». «Se le forze di sicurezza continueranno a non fare il loro dovere - ha avvertito - lo farà la gente e ci sarà la pressione di un movimento popolare».
Lascia il tuo commento
Condividi le tue opinioni su