ROMA - Il cardinale Camillo Ruini, pur avendo negato i funerali religiosi a
Pierluigi Welby, nutre «fiducia» che Dio possa essere intervenuto al momento della morte. Lo ha detto nella prolusione al Consiglio permanente della Cei, ribadendo i motivi per cui ha rifiutato i funerali religiosi al malato terminale che si è fatto staccare la spina.
«Soprattutto - ha spiegato il porporato - ci ha confortato la fiducia che il Dio ricco di misericordia non solo è l'unico a conoscere fino in fondo il cuore di ogni uomo, ma è anche Colui che in questo cuore agisce direttamente e dal di dentro, e può cambiarlo e convertirlo anche nell'istante della morte».
Ruini ha ricordato la «vicenda umana dolorosa» di Pierluigi Welby e il rifiuto del funerale in Chiesa. «La sofferta decisione», ha ricordato, «nasce dal fatto che il defunto, fino alla fine, ha perseverato lucidamente e consapevolmente nella volontà di porre termine alla propria vita: in quelle condizioni una decisione diversa sarebbe stata infatti per la Chiesa impossibile e contraddittoria, perché avrebbe legittimato un atteggiamento contrario alla legge di Dio». «Nel prendere tale decisione - ha proseguito - non è mancata la consapevolezza di arrecare purtroppo dolore e turbamento ai familiari e a tante altre persone, anche credenti, mosse da sentimenti di umana pietà e solidarietà verso chi soffre, sebbene forse meno consapevoli del valore di ogni vita umana, di cui nemmeno la persona del malato può disporre». «Soprattutto ci ha confortato la fiducia...» ha concluso alludendo alla possibilità che Dio possa essere intervenuto al momento della morte.
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