ROMA - «Continuare ad annunciare la liberalizzazione dei carburanti quando lo stesso Ministro Bersani l'ha fortemente voluta e già introdotta alla fine degli anni '90, può significare solo una cosa: il Governo è a caccia di un pretesto e di riguadagnare una boccata d'ossigeno di consenso nei confronti di una opinione pubblica ingannata».
E' quanto si legge in un comunicato congiunto dei gestori delle stazioni di rifornimento, Faib/Aisa, Fegica e Figisc, secondo i quali «il vero e inconfessabile obiettivo» perseguito dal Governo «è quello di introdurre una legislazione di vantaggio per un operatore che di generico e ipotetico non ha nulla», ovvero la grande distribuzione. «Un soggetto - si legge nella nota - specifico, potente e persuasivo, che, se solo volesse, potrebbe concorrere come qualunque altro operatore del settore».
Secondo le sigle, l'assenza odierna dalla riunione indetta al Ministero per lo Sviluppo Economico del ministro Pier Luigi Bersani e del suo consigliere, Umberto Carpi, «suona come la dimostrazione che l'attenzione del Governo è stata dirottata dalle intenzioni originali per l'ammodernamento della rete, per la crescita degli standard qualitativi e quantitativi dei servizi offerti ed il contenimento strutturale e per l'intero Paese dei prezzi al pubblico».
Su questi temi, spiega la nota, le organizzazioni di categoria hanno richiesto un incontro al premier Romano Prodi, al sottosegretario Enrico Letta ed al ministro Bersani «un incontro che chiarisca la vera natura degli intendimenti del Governo». Sino ad allora, è stato confermato lo stato di mobilitazione con uno sciopero nazionale di 48 ore, il cui calendario verrà stabilito lunedì prossimo.
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