TARANTO - «È una storia di lungo periodo che racconta una delle più incredibili vicende della storia d'Italia, uno degli episodi più scandalosi di cannibalismo della cosa pubblica che getta un'ombra su tutte le classi dirigenti dell'ultimo decennio». Con queste parole il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, ha commentato la situazione del Comune di Taranto, dopo la delibera di dissesto finanziario firmata nei giorni scorsi dal commissario straordinario Tommaso Blonda. Sull'argomento Vendola ha parlato a latere della firma dell'atto di intesa integrativo sul risanamento ambientale dell'area industriale dell'Ilva avvenuta oggi proprio in Municipio.
«È un fatto che Taranto forse ha cominciato soltanto ad intuire - ha commentato Vendola - ma è l'inizio di un percorso di risanamento per il quale ci vorranno anni e forse decenni. È una condizione durissima perché i cittadini di Taranto si troveranno il danno e la beffa: pagheranno il massimo livello di contributi e di tasse, e avranno il minimo livello di servizi». «Questa - ha detto - è una condizione dolorosa che merita due elementi. Il primo è che il governo nazionale, e il Parlamento nel suo insieme, colgano il carattere assolutamente straordinario perché il dissesto del Comune di Taranto è il più grave di tutta la storia italiana, è più grave del dissesto del Comune di Napoli che ha avuto 13 anni di tempo per vedere una via d'uscita».
«E naturalmente - ha proseguito - determina anche un giudizio importante su quello che è accaduto, nel senso che nessuno può azzerare le responsabilità e immaginare che si riparta da un punto zero della situazione. No, le responsabilità sono importanti perché anche nella stagione del dissesto e nel dopo-dissesto c'è la stagione elettorale. Bisognerà ricordare chi e come è stato il vampiro di questa città».
Vendola ha ricordato di essersi attivato presso il governo nazionale «almeno per garantire gli stipendi di novembre e dicembre» e non ha escluso l'eventualità che venga chiesta una legge speciale per Taranto. «Al momento - ha detto il presidente - non vedo alternative, a meno che governo e Parlamento non si inventino qualcos'altro in termini di aiuto. Ma anche con un'eventuale legge speciale bisognerà stare attenti a non creare precedenti».
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