BRINDISI - Hakan Ekinci, il responsabile del dirottamento del Boeing 737 della Turkish Airlines a Brindisi, è accusato di dirottamento, sequestro di persona, attentato alla sicurezza dei trasporti e tutte le fatti specie che possono entrare in queste ipotesi di reato. Lo ha confermato l'avv. Rita Cavaliere, difensore d'ufficio del cittadino turco, per il quale non c'è stata ancora l'udienza di convalida dell'arresto. Il riserbo sulla vicenda è strettissimo, ma si è appreso che Hakan Ekinci aveva dato un promemoria al comandante del Boeing 737 della «Turkish Airlines» in cui affermava di dirottare l'aereo allo scopo di dare una lettera al Pontefice. «Stamane alle 5 Ekinci è stato interrogato tramite un interprete alla presenza del pubblico ministero Pasquale Sansonetti e Milto De Nozza - ha detto l'avv.Cavaliere - ma, ovviamente, non è possibile dire nulla a riguardo».
IL PIRATA CONDANNATO IN TURCHIA PER BANCAROTTA
Non è solo un disertore renitente alla leva Hakan Ekinci, il dirottatore dell'aereo turco arrestato ieri a Brindisi dalla polizia italiana, ma è stato condannato anche per tre casi di bancarotta fraudolenta e per un caso di falsificazione di documenti. Lo afferma il ministero della Giustizia turco che ha diffuso la fedina penale dello stesso Ekinci.
Egli è anche come già si sapeva accusato di diserzione dato che «mentre prestava servizio militare ad Istanbul, era scappato in Albania, dove aveva chiesto asilo politico».
Secondo i registri - citati dallo stesso ministero, Ekinci «è uscito dalla Turchia il 6 maggio 2006 per andare in Albania ed è un disertore dal 1 settembre 2006».
«Dopo che è stata respinta la sua richiesta di asilo in Albania si è rivolto all'ambasciata turca di Tirana, dove aveva ottenuto il documento di viaggio per ritornare in Turchia» - conclude il ministero della giustizia.
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