CITTA' DEL VATICANO - Il viaggio del Papa in Turchia previsto dal 28 novembre al primo dicembre si farà senza alcun cambiamento. Il programma messo a punto in questi mesi dal Vaticano in collaborazione con l'episcopato turco, la nunziatura, il Patriarcato di Costantinopoli ed il governo di Ankara non subirà ritocchi di sorta. Benedetto XVI visiterà Ankara, Istanbul ed Efeso. Proprio in questi giorni l'organizzatore dei viaggi papali, l'ingegner Alberto Gasbarri si trova ad Efeso - meta di una tappa del tour - per rivedere nei minimi dettagli la complessa organizzazione. Ma per un attimo, questo pomeriggio, alla notizia di un aereo dirottato a Brindisi da non ben precisati dirottatori che volevano dare un messaggio a Papa Ratzinger si è temuto il peggio. La vicenda, col passare delle ore, ha poi offerto uno scenario diverso e non più riconducibile al terrorismo islamico. Il giovane dirottatore che si è dichiarato cattolico - uno e non due come era sembrato in un primo momento - voleva consegnare sì un messaggio al Papa ma tanto per protestare contro la sua prossima visita in Turchia, piuttosto per sollecitare il suo aiuto. Una vicenda, dunque, che porterebbe sotto i riflettori i diritti delle minoranze religiose. Tema scottante, questo, che dovrebbe essere affrontato dal pontefice durante il suo soggiorno come ha anche auspicato il patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, simbolo di riferimento per trecento milioni di ortodossi.
«Il Papa sottolinea sempre in ogni viaggio la necessità del rispetto della libertà religiosa, se anche in Turchia vorrà farlo non sarà certo solo per i cattolici perchè si tratta di una preoccupazione valida per tutti i popoli: con un governo democratico questi sono principi che devono valere per tutti i popoli che appartengono alla famiglia europea».
Quanto ai problemi legati alla sicurezza del Papa, lo stesso Patriarca ortodosso, solo alcuni giorni fa, faceva presente che saranno prese tutte le misure del caso «per proteggere un ospite tale». Il viaggio che si sarebbe dovuto fare l'anno scorso il 30 novembre, festa di Sant'Andrea, ma che saltò perchè mancava il necessario invito del governo, avrà i riflettori di tutto il mondo puntati. Dopo il discorso di Ratisbona sarà una occasione cruciale per rilanciare in un paese musulmano e laico i rapporti col mondo islamico ma anche l'occasione per promuovere i diritti ancora negati ai cristiani.
Sul piano politico il programma di viaggio prevede l'utilizzo del protocollo di Stato che in genere si usa per i viaggi apostolici: nessuna cerimonia di benvenuto all'aeroporto di Ankara ma la palazzo presidenziale. Dovrebbe, anche, essere inserita una tappa significativa lungo il tragitto, l'omaggio al mausoleo di Ataturk, padre della Turchia laica, costruita sulle ceneri dell'impero Ottomano. Il giorno seguente la tappa del viaggio sarà Efeso per la visita al santuario di Meryem, la casa della madre di Maria, dove il Papa dovrebbe celebrare una messa. Il 30 novembre, per la festa di Sant'Andrea, la divina liturgia al termine della quale dovrebbe essere firmata la dichiarazione congiunta tra cattolici e ortodossi. Tra gli incontri in agenda anche quello col patriarca armeno, Mesrop, il Gran Rabbino e il Muftì.
Franca Giansoldati
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