ROMA - Trekking, mountain bike, ma anche sci d'alpinismo, parapendio e tanta vela. Sono queste le attività più richieste da chi la natura la vuol vivere intensamente; una formula vincente che, nel 2006 ha registrato complessivamente un incremento del 51% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A tirare le somme della stagione turistica appena conclusa, è l'Osservatorio Turismo & Natura istituito da Wwf, FederCultura Turismo Sport-Confcooperative, Legacoop Turismo, Aigae (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursioniste), effettuato per il secondo anno consecutivo su un campione di oltre 200 cooperative operatrici presenti su tutto il territorio nazionale.
Presentato oggi a Roma, il sondaggio fornisce uno strumento conoscitivo di questo mercato in forte espansione, che occupa il 3% del mercato mondiale, aumentando ogni anno di circa il 20%. Tutto bene o quasi, perchè ogni crescita ha un risvolto della medaglia che impone azioni di tutela più ampie, a partire dal numero chiuso delle aree. Non più ombrelloni e sedie a sdraio per osservare il tramonto, meglio ammirarlo da una barca a vela e così l'offerta si adegua ad una domanda che, anno dopo anno si affina.
L'identikit dell'eco-turista? Cultura medio alta, tra i 30 e 45 anni, con buona disponibilità economica, navigatore abituale della rete e nel 70% proveniente dalla regione in cui risiede, un dato questo che denota la voglia di conoscere meglio il proprio territorio. Si tratta di un turismo che sostiene l'educazione alla salvaguardia dell'ambiente e riscuote consensi presso un target trasversale; si va dalle scolaresche (29%), ai gruppi familiari con bambini (22%), dagli adulti (15%), ai giovani (13%). Crescono dunque i numeri (8.127 euro il fatturato dell'ecoturismo nel 2005, +9,9% rispetto al 2004), ma anche la sensibilità verso l'ambiente, incrementata secondo gli intervistati nell'84% dei casi. Che operatori vogliano tutelare il loro territorio lo dimostra il fatto che il 60% ritiene opportuno la redazione di un piano di capacità del carico turistico, una sorta di numero chiuso, in modo da prevenire ed arginare l'impatto negativo che provoca un turismo più ampio. Tra i danni riscontrati, al primo posto ci sono i rifiuti lasciati sul posto (66%) e poi l erosione del sentieri (46%), il traffico (42%), i souvenir di fiori e piante (40%) e nel 32% dal vandalismo. Ad oggi nell'80% dei casi l'accesso alle aree protette non è subordinato al pagamento di un ticket ma, nel caso venisse applicato, gli operatori concordano affinchè il ricavato venga investito a beneficio dell'area. Il prezzo consigliato? Da 1 a 3 euro per il 62%, da 4 a 5 per il 17% e oltre i 5 euro per il 14%.
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