ROMA - Disco rosso dei sindacati del settore tlc alle decisioni annunciate dal gruppo Telecom sulla riorganizzazione delle attività di rete fissa, mobile e media del gruppo. In nota SLC-Fistel-UILCOM hanno spiegato di essere «fortemente contrastati» per «lo stravolgimento della più importante impresa del Paese con pericolose ricadute di carattere occupazionale sia in ambito aziendale che di settore». I sindacati hanno quindi indetto una giornata di sciopero e di mobilitazione «da effettuare entro fine mese, a conclusione dei percorsi tecnici previsti dalla legge di regolamentazione». Nella nota SLC-Fistel-UILCOM spiegano che «la possibile vendita di TIM rappresenterebbe a una scelta indifendibile, in quanto, la società di Telefonia mobile, è rimasta l'unica azienda ad avere un controllo nazionale e si è sempre distinta per la capacità di generare cassa e per l'elevato contenuto professionale dei lavoratori, che ne hanno fatto un leader nazionale e internazionale».
Riteniamo che, continuano i sidnacati «alla base di tale decisione esiste principalmente una motivazione di carattere finanziario che tende al ripianamento del debito contratto con l'OPA del 2000 ed il successivo ingresso del Gruppo Pirelli nel 2001. La possibile vendita di TIM giungerebbe al termine di alcune operazioni finanziarie che hanno caratterizzato le scelte strategiche del Gruppo Telecom negli ultimi anni (vendita di Telespazio, Seat, TILS, dismissioni internazionali in Europa e Sudamerica .) che hanno impoverito il gruppo e non risolto il problema finanziario che potrebbe essere affrontato con strumenti diversi sia di carattere industriale che finanziario».
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