BEIRUT - Il 51% dei libanesi ritiene che il movimento sciita Hezbollah debba deporre le armi, mentre il 48% dei giovani non riesce ad immaginarsi un futuro professionale in Libano. L'81% è a favore dello schieramento di forze Onu, ma il 67% preferisce una forza di osservazione rispetto ad una di intervento.
Sono alcune delle indicazioni venute da un sondaggio su 600 persone consultate per telefono dal 14 al 17 agosto (subito dopo l'inizio della tregua che ha sospeso una guerra durata 34 giorni) dagli specialisti dell'istituto libanese Ipsos per conto del quotidiano in lingua francese L'«Orient Le Jour».
Due giorni fa il quotidiano in inglese «The Daily Star» aveva diffuso un altro sondaggio su un campione di 800 persone appartenenti alle quattro comunità del paese (sciiti, sunniti, drusi e cristiani), secondo il quale il 72% dei consultati riteneva che Hezbollah avesse vinto la guerra con Israele (le percentuali variavano tra le comunità, dal 96,3% degli sciiti, al 72% dei sunniti, al 62,8% dei drusi al 59,7% dei cristiani).
Secondo il sondaggio del quotidiano francese l'84% degli sciiti rifiuta il disarmo di Hezbollah, mentre esattamente opposti sono i dati delle altre tre comunità: il 79% dei drusi, il 77% dei cristiani ed il 54% dei sunniti ritiene che il movimento debba essere disarmato.
Altro risultato rilevante è che una stragrande maggioranza, l'81% è favorevole allo schieramento dei caschi blu dell'Unifil per sostenere l'azione dell'esercito libanese, anche se il 67% preferisce che l'Onu costituisca una forza di osservazione piuttosto che una di intervento.
Infine il 62% per cento non crede che la guerra possa avere ripercussioni sugli equilibri interni, cioè che possa provocare una guerra civile.
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