ROMA - «Nelle ultime settimane gli sbarchi sulle coste della Sicilia hanno raggiunto livelli allarmanti. Solo negli ultimi quindici giorni sono arrivati a Lampedusa oltre 2000 clandestini, prevalentemente cittadini maghrebini».
È il testo della lettera che il ministro dell'interno, Giuliano Amato ha inviato al vice presidente della Commissione europea e commissario alla Giustizia, libertà e sicurezza Franco Frattini. «A Lampedusa e su tutto il territorio nazionale le strutture di accoglienza hanno ormai superato le capacità recettive - aggiunge -. Si è venuta quindi a determinare una situazione nella quale è particolarmente difficile poter garantire i necessari livelli di assistenza e le successive attività di identificazione e rimpatrio». «In queste condizioni - scrive ancora Amato a Frattini - mi rivolgo a te perché tu possa attivare la solidarietà dell'Unione europea, come è stato possibile fare anche in occasione di recenti emergenze migratorie che hanno riguardato altri Paesi membri. Ricordo, da ultimo, l'episodio del peschereccio spagnolo, in cui anche l'Italia ha dato con prontezza il suo aiuto. In particolare sottopongo alla tua attenzione la possibilità di disporre l'invio di una missione urgente di Frontex (l'agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne - n.d.r.) a Lampedusa per prendere atto della situazione emergenziale che stiamo affrontando in questi giorni». «Conto poi - si legge nella lettera del ministro dell'interno - su una sollecita attivazione della operazione Jason I che, come sai, per essere realmente efficace deve potersi svolgere a ridosso delle acque libiche e deve perciò ottenere la collaborazione delle autorità di Tripoli. Credo anche urgente che l'Unione invii un messaggio al governo libico perché si impegni in azioni più efficaci di contenimento delle partenze da quell'area». «A questo proposito - conclude Amato - uno sforzo della Commissione per finanziare alcune delle richieste che il governo libico ha già presentato potrebbe aprire la strada ad una maggiore collaborazione di Tripoli.
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