MILANO - A quanto si è appreso il finanziere Gianmario Roveraro e Filippo Botteri avevano accettato di entrare in quello che doveva essere «un grosso affare». Si sarebbe trattato di un'operazione di carattere finanziario proposta loro da un conoscente, titolare di più società in Austria.
In questa operazione, a suo dire, Botteri ha investito molti soldi, circa 2,5 milioni di euro. L'affare però sarebbe sfumato anche perchè Roveraro ne era uscito fiutando che non era cristallino e che c'era qualcosa che non andava.
Così il consulente finanziario di Parma, rimasto solo, non è riuscito a gestire l'operazione che, a parer suo, gli avrebbe dovuto far guadagnare circa 10 milioni di euro. Invece avrebbe perso tutti i soldi investiti.
Secondo quanto avrebbe affermato nella sua confessione, Botteri, di fronte a quel disastro finanziario, avrebbe perso la testa e, per ottenere il modo di recuperare i soldi perduti, ha deciso di rapire Roveraro.
Emilio Toscani e Mario Baldi, le altre due persone arrestate, risultano essere amici di Botteri e per ora il loro ruolo di di coloro che hanno aiutato il consulente finanziario parmigiano nel sequestro. Toscani, fra l'altro, è molto esperto di telematica e ha fornito la tecnologia che ha consentito a Roveraro di telefonare a casa e ai suoi collaboratori senza lasciare traccia della provenienza delle chiamate. In sostanza Toscani, da quanto si è saputo, ha fornito un sistema criptatoche non registra le utenze chiamanti.
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