BEIRUT - Senza elettricità, senza telefoni e in pratica senza nemmeno acqua nè viveri, almeno 10 mila civili libanesi sono bloccati da una settimana nel villaggio di Rmeich, nei pressi del confine con Israele.
Un drammatico appello è stato inviato ieri ai mezzi di informazione internazionali e un dirigente della Croce Rossa libanese ha confermato che la situazione è «catastrofica».
Nel villaggio sono sfollate migliaia di persone provenienti da altri paesi vicini per sfuggire ai continui bombardamenti attuati dalle forze israeliane contro i guerriglieri di Hezbollah.
Il Cicr, il comitato internazionale della Croce Rossa, sta tentando di negoziare l'apertura di un corridoio umanitario. Toufic Ajka, un dirigente dell'Ente libanese per l'energia elettrica, ha detto all'agenzia francese Afp che il villaggio «è tornato all'età della pietra» e che manca praticamente di tutto.
Nei supermercati gli scaffali sono vuoti, l'erogazione della corrente elettrica è sospesa, i telefoni non funzionano e in tutto il villaggio ci sono solo due cellulari per comunicare con il resto del mondo.
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