BARI - Si sono presentati questa mattina a scuola, come centinaia di migliaia di loro coetanei, ma lì non hanno trovato nessuno: nè commissione per gli esami nè docenti nè dirigente scolastico. Non hanno così potuto svolgere gli esami di maturità gli alunni della scuola privata Galileo di Foggia, circa una ventina di studenti che, stamani, dovevano sostenere l'esame per il conseguimento del diploma di ragioneria, per 12 di loro, e per otto la maturità scientifica. La vicenda è legata ad indagini penali avviate nel 2004 dalla Procura della Repubblica di Verona sulle scuole private: nell'operazione è coinvolta anche la stessa Galileo che, tuttavia, non subisce provvedimenti gravi. Ora è però in pericolo il riconoscimento della parità, per il quale sono stati fatti dalla scuola due ricorsi al Tar, entrambi respinti: il prossimo 27 giugno si occuperà della vicenda il Consiglio di Stato.
«Subito dopo aver appreso dai nostri figli quello che stava accadendo - commenta una delle mamme giunte alla Galileo - ci siamo recati al Csa: lì abbiamo scoperto che, in effetti, questa scuola non esiste. Abbiamo perso tutti i nostri diritti e ci sentiamo truffati». Il legale dell'Istituto scolastico, l'avvocato Michele Curtotti, fa sapere che di aver chiesto al ministero, «anche grazie alla collaborazione di alcuni avvocati amministrativisti di Roma che collaborano con noi, di sospendere, in attesa della discussione in seno al Consiglio di Stato del prossimo 27 giugno, i provvedimenti di revoca del mancato riconoscimento di parità». «Questi ragazzi - conclude l'avvocato - sono le vere vittime e bisogna operarsi per una soluzione alternativa che li tuteli, anche perchè, ormai, non potranno sostenere gli esami di Stato in nessuna scuola pubblica».
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