E' stata Bantul a subire i maggiori danni per il terremoto che ieri ha fatto tragicamente tremare la parte meridionale di Giava. Nella città satellite di Yogaakarta, a vocazione industriale, le vittime sono state oltre 2.000 sulle complessive 3.300.
Mentre a Yogiakarta, l'antica capitale di Giava, ricercata meta turistica per i suoi rinomati templi buddisti e indù, la scossa ha colpito più la parte sud, provocando danni minori nella parte settentrionale, Bantul ne è stata completamente devastata: gran parte delle sue case sono crollate sugli abitanti che ancora dormivano. E sono stati i più poveri, quelli che costituiscono la manodopera industriale, a morire.
«A Bantul sta fiorendo un'industria di tipo medio-basso» - ha detto all'Ansa Flavio Tommasi, del consolato italiano - che ha quindi attirato un esercito di operai e manovali.
Oggi a Bantul, che conta circa mezzo milione di residenti, si vedono - riferisce la Reuters - numerose tende provvisorie nelle strade, mentre la gente scava tra le macerie.
A Yogiakarta «molti per paura hanno scelto di dormire nelle strade, di non passare la notte nella loro abitazione», ha detto Tommasi. Lo si vede nella parte settentrionale, poco colpita, ma ancora di più nella disastrata zona sud.
IL GOVERNO LANCIA APPELLO AL MONDO
Il governo indonesiano ha lanciato oggi un appello per chiedere aiuto alla comunità internazionale, dopo il micidiale terremoto che ha colpito la parte centro-meridionale dell'isola di Giava facendo almeno 3.300 morti. Ieri diverse organizzazioni umanitarie e governi, tra cui quello italiano, avevano risposto proponendo aiuti e manifestando disponibilità a inviare il necessario, appena le autorità indonesiane avessero elencato i loro bisogni.
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