ROMA - «L'11 marzo mi sono dimesso da Ministro della Repubblica per non ostacolare l'attività dei magistrati. Il 22 marzo ho appreso dalle agenzie di stampa di verbali che mi scagionano sin dal 10 marzo; e oggi, sempre le agenzie, non i magistrati, mi "informano" che sarei indagato». Così Francesco Storace commenta le notizie circa la sua iscrizione al registro degli indagati per le indagini che riguardano le intercettazioni telefoniche. «Ovviamente se ne occuperà il mio legale, l'avvocato Bruno Naso. Ma credo che tutto ciò sia intollerabile. E' davvero sconcertante avvertire sulla pelle viva che cosa vuol dire sentire calpestata la propria dignità . Mi facciano almeno sapere se posso continuare a fare comizi in giro per Roma, il Lazio e l'Italia o se li scambieranno per un tentativo di latitanza».
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