LONDRA - Uno dei sette musulmani britannici sotto processo a Londra con l'accusa di avere legami con Al Qaida voleva avvelenare i tifosi distribuendo bevande contaminate negli stadi. Lo ha raccontato alla corte il pentito Mohammed Babar, condannato negli Usa per il suo coinvolgimento in un attentato terroristico e spedito dagli americani a testimoniare nel processo contro i sette uomini che ha conosciuto in Pakistan nel febbraio 2003.
Secondo Babar, Waheed Manhood, oltre a progettare l'avvelenamento dei tifosi, suggeriva di compiere attentati per far saltare la rete telefonica di British Telecom e si vantava di aver venduto hamburger avvelenati da qualche parte in Gran Bretagna, ma lo stesso superteste ha detto di non ritenere credibile quest'ultima affermazione.
Omar Khyam, 24 anni, il fratello Shujah Mahmood, di 18, Waheed Mahmood, 34, e Jawad Akbar (tutti originari di Crawley), Anthony Garcia, 23, di Ilford, Nabil Hussain, 20, di Horley e Salahuddin Amin, 30 di Luton avrebbero pianificato queste azioni tra il gennaio 2003 e il marzo 2004 quando furono arrestati dalla polizia che li teneva sotto controllo. Gli imputati si dichiarano innocenti. Il processo continua.
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