BARI - «Delusione, sconforto, amarezza. Sono i sentimenti e le reazioni immediate di un rappresentante delle Istituzioni, ma che, prima ancora, è un imprenditore votato al lavoro e al territorio, all'indomani del convegno a Vicenza di Confindustria nel quale è intervenuto anche il candidato premier Silvio Berlusconi». Così il presidente della Provincia di Bari, Vincenzo Divella (centrosinistra), imprenditore della pasta.
«Mai come adesso ho la piena convinzione che questo centro-destra - aggiunge Divella - non ha rappresentato e non potrà mai rappresentare il Governo del rilancio, delle riforme e di una nuova visione strategica che riporti l'Italia a standard positivi. Quello che più sorprende è che Berlusconi, dopo questa rappresentazione da 'teatrantè, ha dimostrato di aver dimenticato anche la sua dimensione originaria di imprenditore. Un buon imprenditore, infatti - prosegue - analizza la contingenza, i fatti, i problemi, cerca soluzioni e strategie efficaci ed operative. L'ex imprenditore Berlusconi preferisce, invece, i proclami, le accuse, i dati falsati e male interpretati gettandoli, addirittura, in faccia alla sua categoria. Niente di più assurdo e controproducente», prosegue Divella.
«Se prima per molti di noi era un esempio di lavoratore di successo, adesso non ci inquieta solo dal punto di vista politico, ma anche da quello imprenditoriale. La mia non è solo una valutazione nel merito dei contenuti, ma anche di metodo: c'è ormai un'assenza totale di regole comunicative, di un minimo di protocollo che dovrebbe caratterizzare i rapporti fra istituzioni e associazioni di categoria.
Non è possibile recarsi in un consesso strategico come il convegno del Centro Studi di Confindustria - spiega - e scatenare una scontro verbale con imprenditori che non hanno le sue stesse convinzioni o il suo colore politico. E' inaccettabile alludere a presunti 'scheletri nell'armadiò quando la sua storia è costellata di inquietanti vicende giudiziarie. E' indubbio che questo Paese stia attraversando un periodo difficile. Lo sanno i cittadini, le istituzioni, ma soprattutto gli imprenditori che ogni giorno sono abituati a fare i conti con i bilanci, piuttosto che con le trasmissioni elettorali. Quello a cui abbiamo assistito è la rappresentazione di un Paese spaccato, ridotto ai minimi termini dalla violenza verbale del premier uscente e dell'intero centro-destra. All'Italia serve ora un Governo che restituisca serenità, dialogo, concertazione, armonia, senso dello Stato, delle istituzioni e pace socialem, tutte condizioni - conclude Divella - che favoriscono imprenditori e imprese e che ci mettono addosso la voglia di lavorare e progettare un futuro migliore».
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