ROMA - Il Libro Bianco della Fiva-Confcommercio rappresenta il «metro di paragone con le forze politiche, lo strumento del confronto, la piattaforma programmatica sulla quale costruire la tutela sociale ed economica della categoria». Nel docuemnto presentato oggi la Fiva chiede: - garanzie di pari opportunità per il nostro settore; - politiche di incentivazione e non solo economica; - politiche di attenzione reale.
- ABUSIVISMO: oggi l'abusivismo assume caratteri nuovi e diversi. Oggi non è questione del «vu cumprà». Vi sono interi mercati e settori a rischio di abusivismo o di concorrenza sleale. E non si tratta di normativa: le leggi ci sono, il problema è di farle rispettare. Servono dunque : - la semplificazione di procedure per il sequestro e la distruzione della merce venduta dagli abusivi; - normative più professionali per i vari mercatini non attivati da operatori ambulanti e su aree pubbliche.
- MICROCRIMINALITA': è un tema sicuramente collegato all'abusivismo ma non è tutto. Nelle manifestazioni economiche della categoria, mercati e fiere, si annida una forte nicchia di microcriminalità che spaventa ogni giorno di più i consumatori. La fiva-Confcommercio chiede una maggiore presenza dello Stato in funzione di prevenzione e di rafforzamento delle condizioni di sicurezza. Le questioni della sicurezza e della giustizia si manifestano, all'interno della società italiana prima ancora che nel mondo delle imprese, come esigenza forte.
Non è con la deregulation della legittima difesa che si risolvono i problemi ma con una attenta opera di prevenzione.
- CENTRI STORICI: gli ambulanti vogliono stare nei centri storici ed essere soggetti attivi di ogni processo di riqualificazione dei centri delle città, specialmente in una contingenza nella quale l'opinione pubblica ritorna a dare attenzione al centro storico. E proprio perchè si considerano i mercati e le fiere non soltanto come i luoghi dello shopping ma come i luoghi dell'incontro e della socializzazione. Ma senza essere sopportati o indicati ogni volta come i responsabili dei limitati disagi che mercati e fiere comportano alla città. Sotto questo aspetto la Fiva è disposta a farsi carico di ogni possibile intervento, dai banchi di vendita in armonia con l'arredo urbano al problema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Le istituzioni devono assumersi anche esse la responsabilità, debbono insomma investire in iniziative di promozione e sostegno, prima ancora che in risorse finanziarie. Occorrono allora: - processi di coerente collocazione dei mercati, di scelte urbanistiche e di viabilità certe e di lungo periodo; - deliberazioni atte a evitare la dequalificazione dei mercati, attraverso l'individuazione di organici ben definiti - regolamentazioni incentivanti l'assegnazione dei posteggi alle nuove imprese oppure a quelle con prodotti biologici e/o tipici.
- FISCO: il problema è come definire l'equità della tassazione e, soprattutto, contenere l'ammontare complessivo del prelievo fiscale e tributario. Se, infatti, le manovre finanziarie si riducono a ridurre di un punto o poco più il prelievo di competenza statale e contestualmente le imposte di carattere locale aumentano a causa dei tagli dei trasferimenti da parte dello Stato, le questioni non si risolvono. Occorre abbassare il prelievo sui redditi di impresa e insieme contenere il livello delle imposte e tariffe locali, dunque: - una maggior semplificazione degli adempimenti, anche attraverso l'aggancio allo sportello unico europeo delle partite Iva; - una maggiore flessibilità degli studi di settore; - la cessazione di misure fiscali di carattere contingente come i condoni o i concordati, che non aiutano a rendere chiaro e trasparente il rapporto con il fisco e che producono gravi danni d'immagine nei rapporti con i consumatori.
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