ROMA - «Non può essere stata la stufa a uccidere Stefano Siringo e Iendi Iannelli perchè quella che era nella stanza era elettrica». L'ambasciatore Jolanda Brunetti, responsabile dell'Ufficio italiano giustizia a Kabul, ai microfoni di «Radio 24» smentisce la prima ipotesi sulla morte dei due cooperanti italiani.
«Sicuramente - sottolinea il diplomatico - non c'era violenza, ma non abbiamo alcuna idea di cosa sia successo. Il caso è stato preso in carico dalla polizia giudiziaria italiana a Kabul. Sono loro che decideranno adesso i passi successivi. Ma credo che intendano mandare le salme in Italia al più presto perchè tutti gli esami relativi alle cause della morte vengano fatti in Italia».
«Iendi Iannelli - racconta l'ambasciatore - era venuto da me ieri sera, in quanto esperto di computer, per controllare il mio pc. Quindi era andato via con Siringo, che lavorava qui con noi, visto che i due, poco più che trentenni, erano buoni amici. Non so quali fossero i loro piani per la serata».
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