Mennea, il legame con la Puglia

BARLETTA – Il rapporto di Pietro Mennea con Barletta, la sua città di origine, e con la sua famiglia, sono stati segnati da un legame solido e costante. Figlio di un sarto e di una casalinga, era il terzo di cinque figli. Dopo la fine della carriera agonistica, Mennea si trasferì a Roma dove aveva avviato uno studio legale e una fondazione che si occupa di sport, cultura e solidarietà a tornava spesso a Barletta. Nel 2002 fu candidato a sindaco della città con Forza Italia ma non riuscì a diventare primo cittadino.

La notizia della morte di Pietro Mennea, questa mattina, ha spiazzato tutti. L’emozione, lo sgomento, dovuti anche al fatto che forse nell’inconscio è come se un campione non dovesse mai morire, e di sicuro non a sessant'anni, E poi, per me, Pietro era, ancor che un campione un amico, una persona cara». Lo afferma il consigliere regionale della Puglia Franco Pastore (Gruppo Misto – PSI). «Non c'era volta che tornasse a casa e non chiamava, per un saluto, una chiacchierata, sempre discreto – continua – Gli sono stato al fianco in alcuni momenti delicati, fra questi la campagna elettorale del 2002, quando era candidato a sindaco di Barletta. Se pure da lontano, Mennea ha fatto molto per la nostra città, per lo sport. Se Barletta vanta una tradizione di atletica leggera è grazie a lui e al segno che ha lasciato. Forse i barlettani hanno uno strano modo di amarlo ma anche ora possono dimostrarlo. Mi piacerebbe, e lo chiedo ufficialmente alla commissaria prefettizia, che lo stadio 'Puttilì fosse intitolato anche a Pietro Mennea. E sono certo che in città verrà proclamato il lutto cittadino. Questo è il minimo che si possa fare. Il mio pensiero va alla sua famiglia, perchè possa sentire tutta la mia vicinanza in questo giorno triste e doloroso».
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