CROTONE - Si chiama Suliman, è un sudanese ed è stato catturato questa notte il capo dell'organizzazione transnazionale, con base a Crotone, che gestiva la tratta di esseri umani dal Nord Africa all'Italia. Lo ha riferito Raffaele Grassi, del Servizio Centrale Operativo della Dac in riferimento alla maxi operazione messa a segno oggi dalla Polizia. «I cervelli che gestivano il traffico avevano base a Crotone -ha aggiunto Grassi -. È qui che operavano le tre cellule, dell'organizzazione: una a composizione sudanese, una eritrea e una marocchina. Ed è da qui che venivano gestite le fughe dal Centro di prima accoglienza. Il gruppo, che era strutturato in maniera verticistica, aveva basi logistiche in altre zone d'Italia, a Milano, Firenze, Rieti. Ma si trattava solo di centraline di appoggio».
Intanto, riferisce Grassi, le indagini vanno avanti. «Occorre approfondire - sottolinea - diversi aspetti anche sulla base del materiale sequestrato che è all'esame di investigatori e inquirenti». «Per esempio - spiega - l'aspetto finanziario, la destinazione finale del denaro incassato dai mercanti e che veniva mandato in Libia. Un'enorme quantità di soldi, se solo si pensa che ogni viaggio della speranza costava tra i 1500-2000 euro, più 700-800 euro per "riscatto" sequestrati e 300 euro per la fuga dal centro di accoglienza e che sono stati migliaia i clandestini fatti sbarcare in Italia».
«Ancora da collocare temporalmente - prosegue Grassi - sono i due presunti omicidi di nigeriani, uccisi a martellate, ai quali fa riferimento una telefonata intercettata. Il fatto potrebbe collocarsi nell'ambito di uno sbarco avvenuto in Sicilia nel luglio del 2005. Insomma non ci fermeremo».
Quanto al lavoro svolto insieme alla polizia libica, osserva Grassi, «la sinergia è stata completa e proficua come dimostra il risultato di oggi».
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