BARI - «Ancora una volta c'è da temere il peggio»: è il commento del responsabile provinciale di Bari di Telefono Blu-Sos consumatori, Nicola Zanni, dopo l'arresto dell'imprenditore Francesco Casillo, di Corato (Bari), titolare dell'azienda leader in Italia nella produzione di semola di grano duro e tra i maggiori importatori mondiali di grano.
«Il sequestro di 58.000 tonnellate di grano a cura della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani prima - rileva Zanni - e l'accertamento della radioattività del grano sequestrato e poi dissequestrato, unitamente all'accertata falsità delle analisi compiute privatamente dall'arrestato, non fanno altro che gettare ombre su cosa i consumatori portino (e consumino) sulle proprie tavole». «Dunque, è mai possibile - si domanda - che solo oggi ci si sia accorti che il grano importato forse non è sano? E poi, cosa si pensa del grano acquistato, da parte di una nota azienda pastaia pugliese, dall'Australia, il quale, una volta lavorato, diventa pasta commercializzata con un logo (sole, mare, cielo azzurro, trullo e campo di grano) ingannevole per i consumatori, visto che consumano pasta di grano non pugliese?».
Telefono Blu-Sos consumatori chiede «più rigidità nei controlli, più rispetto per i prodotti pugliesi e per i suoi produttori (che meritano più attenzione, da parte delle istituzioni locali e centrali) e un controllo più attento (e magari un'istruttoria) da parte dell'Agcm, per verificare se i loghi pubblicizzanti alimenti prodotti con grano non pugliese costituiscano pubblicità ingannevole. Sicuramente l'attenzione verso i commercianti senza scrupoli sarà massima».
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