LA SCHEDA: Chi sono i Riva

MILANO – Il gruppo Riva fa capo innanzitutto al presidente Emilio, 86 anni, milanese, 'ragiunatt' con laurea ad honorem in Ingegneria meccanica. E’ lui il fondatore nel 1954 dell’attività di famiglia assieme al fratello Adriano. Dopo oltre mezzo secolo di attività e una crescita esponenziale soprattutto partecipando alle privatizzazioni degli anni Novanta - in casa entra l’Ilva, ex Italsider – il gruppo arriva a superare nel 2011 i 10 miliardi di fatturato con oltre 21.700 dipendenti.

Nell’attività di famiglia sono coinvolti i quattro figli maschi Claudio, Nicola e Daniele, assieme a Fabio, il vice presidente della capogruppo Riva Fire, sul quale pende una richiesta d’arresto europea, e che è in libertà vigilata dopo essersi presentato oggi alle autorità inglesi. Maschi, perchè le donne di casa "in azienda non devono mettere piede", come spiegato dal fondatore nel 2005 in un colloquio con Antonio Calabrò (Intervista ai capitalisti, Rizzoli). Così, le due figlie di Emilio restano fuori dall’impresa Riva. Vi partecipano a vario titolo, invece, i figli di Adriano, Cesare e Angelo Riva, oltre al figlio di Fabio, Emilio come il nonno.

Le recenti vicende giudiziarie hanno riguardato innanzitutto il fondatore, agli arresti domiciliari da luglio, come il figlio Nicola, ex presidente dello stabilimento Ilva di Taranto ed ex consigliere delegato. L’ipotesi di reato riguarda l’associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale. Da ultimo la scorsa settimana il provvedimento di custodia cautelare è stato confermato dalla Cassazione.

Emilio Riva, tra l’altro, nel 1975 era già stato per qualche giorno agli arresti, ma per omicidio colposo. Costretto all’assenza, fece fermare anche l’attività delle Acciaierie e Ferriere Riva a Caronno Pertusella (Varese), il primo forno aperto dai Riva nel 1955. In seguito, per tre volte era stato rinviato a giudizio e poi assolto con l’accusa di omicidio colposo per la morte di operai (2002, Marco Perrone; 2003 Paolo Franco e Pasquale D’Ettorre; 1998, Domenico Mele).

Dopo le ultime vicende a Taranto, il presidente dei Verdi Angelo Bonelli ha ricordato che "il Gruppo Riva è già stato condannato per inquinamento. Il 20 settembre del 2005 e l’8 marzo del 2006 i giudici della Cassazione condannarono Emilio Riva e i vertici del gruppo a un anno e sei mesi di reclusione: le condanne non furono scontate perchè condonate dall’indulto".

Stando all’ultima fotografia dei soci nel giugno 2012 le attività di famiglia, raccolte in Riva Fire spa, fanno capo per il 39,9% alla finanziaria lussemburghese Utia sa. La parte restante è suddivisa tra la srl Stahlbridge e la fiduciaria Carini, con un 44,1% complessivo in usufrutto allo stesso Emilio Riva.

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