In leggera diminuzione i rimpatri degli immigrati irregolari. Il dossier della Caritas/Migrantes, che elabora dati del ministero dell'Interno, ha registrato un calo di circa il 5% in un anno. Nel 2003 erano il 61,6% delle persone da allontanare, sono stati il 56,8% nel 2004 (pari a 105 mila provvedimenti).
Il dossier segnala, inoltre, che la maggioranza degli irregolari che arrivano in Italia lo fa via terra e non via mare, come farebbero pensare le frequenti notizie di sbarchi sulle coste nazionali. A ricorrere ai gommoni, per cercare la fortuna all'estero, è appena il 10 del totale. Un altro 15% passa attraverso le frontiere mentre la restante parte di irregolari riguarda persone entrate regolarmente che poi sono rimaste oltre la scadenza.
La Caritas ipotizza che nel 2004 le persone morte in mare per raggiungere l'Italia sono «molto di più» di 500, dato ipotizzato per i decessi di irregolari che volevano raggiungere le coste spagnoli. Tuttavia, sempre nel 2004, sono sbarcate in Italia 13.635 persone, in prevalenza nei mesi estivi, con la punta massima di settembre (quasi 3 mila persone). Ad essere interessate sono ormai esclusivamente le coste siciliane e non più quelle calabresi e pugliesi. I paesi maggiormente coinvolti sono quelli africani come l'Egitto, il Corno d'Africa, il Sudan, la Sierra Leone, il Burkina Faso e la Nigeria. Gli scafisti sono in buona parte libici e tunisini.
Rispetto ai rimpatri, le nazionalità che primeggiano, che registrano fra il 60 ed 80%, ci sono i bulgari, gli albanesi, i rumeni e i serbi. I meno colpiti da questo provvedimento risultano invece i moldavi e i marocchini (34% e 38%).
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