Trani, ville storiche in preda a incuria ed abbandono

di Nico Aurora

Trani - Dell’esistenza di ville storiche ci si rende conto soprattutto nel momento della privazione di alcune loro parti. È il caso, in questi giorni, di villa Monetti, una pregevole struttura che un tempo, sulla vecchia «Nazionale» che da Trani conduceva a Bisceglie, era il primo immobile con giardino a salutare colui che si accingeva a lasciare Trani lungo l’unica arteria che collegava le varie città costiere, la vecchia Statale 16 che costringeva chi la percorreva a passare per ogni paese, conoscendo ogni angolo dei corsi principali delle città sulla strada di Bari.

Adesso le cose sono totalmente cambiate. Si viaggia tutti sulla 16 bis, della «Nazionale» sono rimaste un paio di pietre miliari a futura memoria (sempre fino a quando qualcuno non deciderà di rimuovere anche quelle), la maggior parte delle ville sono state soffocate dai palazzi costruiti nel tempo, in molte di esse sono progressivamente scomparsi alberi d’alto fusto, qualche villa è stata addirittura demolita per costruirvi palazzi sulle proprie ceneri.

Da qualche giorno, a villa Monetti, spicca l’assenza di una parte del muro di cinta. Negli anni passati Verdi e Legambiente avevano richiesto interventi di tutela mirati soprattutto sul giardino di quest’immobile, chiedendo formalmente la discesa in campo della Soprintendenza, «per evitare - si legge in una nota di luglio 2009 - che vi si ospitino altri metri cubi di cemento.

Sembra di capire che la Soprintendenza, se mai abbia risposto alle sollecitazioni, non dovrebbe avere trovato nulla di importante al punto da apporre vincoli. La risposta la si ritroverebbe sia nel progressivo diradarsi degli alberi, sia nella demolizione di quella parte di muro di cinta.

E qui, peraltro, viene in mente un altro immobile nei confronti del quale l’ente di tutela ha adottato criteri ben diversi. Ci riferiamo alla recinzione di villa Bini, in via De Robertis, un muro in tufo a protezione di un parco, ricadente nel complesso «Lapietra», oggi di proprietà del Comune di Trani.

Ebbene, per la Soprintendenza quel muro è intoccabile, al punto da bloccare una fondamentale opera pubblica quale la soppressione dell’ultimo passaggio a livello cittadino. Infatti, per lo spostamento dei sottoservizi, preliminare all’escavazione del sottovia, sarebbe servito accedere a villa Bini demolendo quel muro: la risposta è sempre stata «no», al punto che oggi si sta valutando un nuovo progetto che, facendo salti mortali, preveda che l’operazione dei sottoservizi avvenga mantenendo il muro in piedi.

Lungi dal porre in discussione la libertà d’iniziativa imprenditoriale di chicchessia, legittimato da autorizzazioni pubbliche ad intervenire sulla propria area privata, guardare al passato un po’ incute tristezza.

E, soprattutto, il confronto fra due immobili più o meno della stessa tipologia, ma le cui recinzioni murarie hanno avuto destini pressoché opposti, nasce spontaneo. Ci si chiede se qualcuno, alla luce di questo singolare confronto, porrà alla collettività i minimi, indispensabili chiarimenti.
Privacy Policy Cookie Policy