ROMA - In calo in un anno il numero delle aziende (-15,48%) e dei produttori (-17%), flessione dei consumi e prospettive incerte per gli imprenditori del biologico. Questo l'allarmante quadro delineato da Anabio, l'associazione dell'agricoltura biologica della Cia-Confederazione italiana agricoltori, a due giorni dall'apertura del Sana, il salone internazionale del naturale, che si svolge a Bologna dall'8 all'11 settembre. L'Italia, terzo produttore nel mondo e primo in Europa, «continua a perdere percentuali rilevanti tali - afferma Anabio - da far attestare il numero di aziende nel 2004 a 40.965 (di cui 34.836 produttori agricoli) a fronte delle 56.440 del 2001. Il crollo avviene nelle isole, in Puglia e Calabria. Nelle altre sedici regioni il calo è del 3,55%. Nelle Marche si registra invece un incremento del 13,72%. Nel frattempo, in quelle Regioni che nel 2005 hanno riaperto i bandi Psr (Piani di sviluppo regionali) per il biologico si assiste ad un nuovo boom di richieste».
«Va bene», secondo Anabio-Cia, la zootecnia biologica, settore dove il numero dei capi raddoppia e addirittura triplica il numero degli avicoli. «Paradossalmente - osserva la confederazione agricola - il caso dell'influenza aviaria, nato negli allevamenti superintensivi, rischia di danneggiare adesso proprio il biologico se dovesse verificarsi l'ipotesi che, per evitare il contagio, bisogna confinare gli animali in spazi chiusi e ciò non è consentito negli allevamenti bio».
Sul fronte dei consumi, secondo le rilevazioni Iri/Infoscan, nel 2004 il valore dei prodotti biologici confezionati venduti in super ed ipermercati è aumentato, rispetto al 2003, del 3,6%.
Per Anabio-Cia, tuttavia, il biologico italiano continua ad avere «grandi potenzialita'": per le caratteristiche orografiche dell'Italia, per le dimensioni delle aziende, per la sensibilità e la perizia degli agricoltori italiani. Per far emergere in maniera stabile queste potenzialità bisogna semplificare il sistema al fine di ridurne i costi, incentivare l'associazionismo anche per aumentare le quantità dei prodotti, promuovere il consumo e strutturare una efficace rete distributiva.
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