
WASHINGTON - Di ritorno alla Casa Bianca da un sopralluogo nelle regioni disastrate, il presidente George W. Bush ha firmato la legge che stanzia 10,5 miliardi di dollari per le vittime dell'uragano Katrina.
La misura, che era stata varata all'unanimità d'urgenza dal Senato e dalla Camera degli Stati Uniti, garantisce che i fondi per gli aiuti siano disponibili nell'immediato, anche se le stime dei danni sono molto maggiori.
Al termine del sopralluogo, cominciato con un'ammissione dell'inadeguatezza delle prime reazioni, il presidente Bush aveva affermato che la situazione sul terreno sta migliorando.
E in effetti, con l'arrivo dei primi soccorsi, e dei rinforzi per mantenere l'ordine pubblico, New Orleans è, questa notte, più calma, a cinque giorni dal passaggio dell'uragano Katrina.
Una breccia nelle dighe è colmata, l'altra potrebbe esserlo presto. Ma ci vorranno ancora tra i 36 e gli 80 giorni di tempo per prosciugare la città.
La ricerca di sopravvissuti prosegue, anche con i droni, aerei senza pilota. E l'evacuazione degli ospedali, dei centri d'accoglienza e del SuperDrome continua: c'è stato un morto su un autobus di evacuati rovesciatosi lungo l'autostrada per Dallas perchè uno a bordo dà fuori da matto e aggredisce l'autista.
La conta dei morti non è neppure cominciata in molte aree, ma si parla ormai di diecimila in Lousiana, circa 150 nel Mississippi (dove molti cadaveri sono stati recuperati).
A nome dell'America, il segretario di Stato Condoleezza Rice esprime commozione per le offerte di aiuto giunte da tutto il mondo (c'è un grazie all'Italia speciale).
Ma mentre la macchina degli aiuti è finalmente in moto, le polemiche sui ritardi non si sopiscono: il Senato decide un'inchiesta bipartisan per valutare ragioni e responsabilità di quello che viene definito dalla senatrice repubblicana Susan Collins «l'immenso fallimento» della gestione dell'emergenza di Katrina.
E c'è la proposta di affidare a un ministro ad hoc la risposta alla devastazione dell'uragano. L'idea è del senatore democratico della Louisiana Mary Landrieu ed è avallata da esponenti repubblicani.
Fra i nomi che circolano, Rudolph Giuliani, l'ex sindaco di New York all'epoca degli attacchi terroristici dell'11 Settembre 2001; Colin Powell, l'ex segretario di Stato; o il generale Tommy Franks, l'ex comandante degli attacchi Usa in Afghanistan e in Iraq.
Altre ipotesi avanzate nelle ultime ore, o che vengono comunque valutate dalla Casa Bianca, sono la federalizzazione degli interventi, sottraendone alcune responsabilità alle autorità locali, e la separazione della Fema, l'Agenzia della protezione civile, dal Dipartimento per la sicurezza interna, sotto la cui egida venne piazzata nel 2002.
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