ROMA - Erano scomparsi il 30 luglio scorso i coniugi Aldo e Luisa Donegani appena ritrovati morti in Val Camonica, i cadaveri fatti a pezzi e suddivisi in buste della spazzatura. La loro scomparsa, venuta pienamente alla luce il 5 agosto, è stata uno dei cosiddetti gialli di questo scorcio d'estate.
Fin dall' inizio delle indagini al centro dell'attenzione è stato il nipote dei due maturi coniugi di Brescia, Guglielmo Gatti, 41 anni, celibe, che per primo aveva denunciato la loro scomparsa anche perchè abita in un appartamento situato sopra a quello degli zii. Ancora venerdì scorso era stato interrogato a lungo dai Carabinieri alla ricerca di dati e particolari per ricostruire le modalità della scomparsa di Aldo Donegani, 77 anni, e sua moglie Luisa De Leo, 61.
Le ricerche si erano concentrate prima in uno stagno della zona di Brescia, in una casa di Aprica (Sondrio) e in un fiume del bresciano. Nel puzzle degli investigatori ha giocato un ruolo l'assenza di tre delle cinque pistole regolarmente denunciate dal pensionato, ma anche un altro elemento: nell'appartamento dei Donegani non sono stati più trovati vestiti, carte d'identità e anche la macchina fotografica utilizzata dai coniugi in una recente vacanza, contribuendo ad avvalorare per giorni l'ipotesi - risultata sbagliata almeno nel suo esito - di una loro clamorosa sparizione volontaria.
IL NIPOTE PORTATO IN CASERMA - Il nipote dei coniugi Donegani, Guglielmo Gatti, questa mattina è stato portato presso la caserma dei carabinieri di Brescia. Stando a quanto riferito da alcuni vicini di casa il quarantenne sarebbe stato accompagnato da tre persone, probabilmente militari in borghese. I corpi dei due coniugi, Aldo e Luisa, sarebbero stati trovati dagli uomini del corpo Forestale dello stato impegnati insieme ad un altro centinaio di persone nelle ricerche sui monti della Vallecamonica, fatti a pezzi in sacchi dell'immondizia.
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