Il presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza, Enzo Bianco: «Gli italiani non erano l'obiettivo degli attentati in Egitto»
ROMA - L'attentato di Sharm El Sheik «non è stato fatto per colpire specificatamente l'Italia». E' questa «la percezione dell'intelligence italiana», spiega il presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza, Enzo Bianco. «Gli italiani -sottolinea- non erano l'obiettivo, l'obiettivo era Sharm se come sembra, com'è la lettura data in questi giorni, che non sono pachistani ma probabilmente forze in qualche modo interne al panorama egiziano. Ma non ci sono ancora elementi -avverte il presidente del Copaco- per esprimere un giudizio definitivo».
Il «quadro generale», spiega Bianco al termine dell'audizione del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, «non è di allarmismo ma certamente di preoccupazione e di massima attenzione». Il presidente del Copaco manifesta la «convinzione che di fronte ad un problema serio come la sicurezza nazionale vada fatto ogni sforzo per unire le forze. La sicurezza del Paese non è di destra o di sinistra, bisogna lavorare insieme per difendere un interesse vitale» in un clima di «unità nazionale» perchè «questo non è il tempo delle polemiche politiche».
Quanto alle nuove misure legislative per contrastare il terrorismo, Bianco ricorda che «ancora oggi non si parla della riforma dei servizi di sicurezza, la cosa più importante rispetto alla minaccia terroristica». Ecco perchè sarebbe opportuno «utilizzare le prossime settimane, i prossimi mesi prima dello scioglimento delle Camere per varare la riforma».
CICCHITTO: RISCHI PER EUROPA E PAESI M.O. - GASPARRI, SERVE RISERVATEZZA Sotto il profilo della prevenzione del terrorismo, «la situazione italiana è attentamente monitorata e il livello di guardia è molto alto», rileva Fabrizio Cicchitto (Fi) al termine dell'audizione. Permangono «rischi comuni all'Europa e ad alcuni Paesi del Medio Oriente».
A giudizio del vicepresidente del Copaco, Maurizio Gasparri, è necessaria «un'adeguata riservatezza e senso di responsabilità». «Sarebbe bene -osserva- che ci fosse una maggiore cautela per tutelare l'intelligence, che tutti indichiamo come la risorsa principale per contrastare il terrorismo. Il Comitato avverte l'esigenza di un richiamo complessivo al senso di responsabilità, vista la complessità della fase che stiamo vivendo».
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