
LONDRA - Massimo allarme in tutta il Regno Unito. Il governo britannico lo ammette con sincerità: ci sono seri timori per nuovi attentati terroristici, se la polizia e l'intelligence non riusciranno a bloccare quanto prima chi ha pianificato e messo le bombe di Londra.
Le misure di sicurezza sono al livello più alto e il campanello dell'emergenza è scattato stanotte a Birmingham, dove la polizia ha fatto evacuare 20mila persone dal centro cittadino, per la «seria e circostanziata minaccia» di un nuovo attacco. Anche all'aeroporto londinese di Heatrow, nei pressi del terminal C dei voli transcontinentali, Scotland Yard ha bloccato oggi per un certo tempo il transito e tre persone, in arrivo dall'estero, sono state fermate nell'ambito della legge anti-terrorismo.
«La nostra paura - ha dichiarato stamane il ministro degli Interni Charles Clarke - è che ci possano essere altri attentati, dopo quelli di Londra, fino a quando non riusciremo a catturare i responsabili».
«Per questo l'obiettivo numero uno è adesso prendere chi ha compiuto le stragi di giovedì scorso nella capitale», ha aggiunto l'esponente del governo Blair, professandosi fiducioso e ottimista sul fatto che ciò avverrà presto.
Le parole di Clarke sono giunte al termine di una notte piuttosto turbolenta per una parte degli abitanti di Birmingham.
La segnalazione di pacchi sospetti a Broad Street, la strada dei pub, dei ristoranti e dei divertimenti notturni, è stata sufficiente perchè il capo della polizia locale, Paul Scott- Lee, decidesse di allontanare la popolazione dall'intera area.
Una misura mai presa in precedenza, nella storia recente britannica. Per i bar e i night club della zona è stata una perdita di oltre un milione di sterline (circa un milione e 400mila euro). Con le scene atroci di Londra ancora fresche nella memoria, nessuno dei 20mila evacuati si è tuttavia lamentato. «Penso che la minaccia fosse ben circostanziata e seria per autorizzarmi a questo provvedimento», ha dichiarato stamani il capo della polizia di Birmingham Paul Scott-Lee.
Anche il ministro degli Interni britannico ha appoggiato l'operato della polizia di Birmingham. «Ritengo che abbiano agito in modo molto professionale. Ed anche la popolazione si è comportata con grande compostezza e calma. Le forze di sicurezza avrebbero sbagliato ad ignorare la minaccia».
Una delle spiegazioni del nervosismo di queste ore potrebbe trovarsi nelle parole dell'ex capo di Scotland Yard, Lord Stevens, il quale ritiene che «quasi certamente» dietro le bombe di Londra si nascondano terroristi nati in Gran Bretagna.
«Pensare che siano stranieri è solo un pio desiderio», ha commentato, in quanto ciò circoscriverebbe in qualche modo il pericolo. Secondo Lord Stevens, «ci sono invece circa 3 mila britannici, o persone che comunque risiedono nel Paese, addestrati da al Qaida o con legami con quella rete terroristica».
Ad avvalorare le parole dell'ex numero uno di Scotland Yard, vi sarebbe anche un rapporto segreto governativo, citato oggi dal 'Sunday Times'. L'informativa parla di molti studenti britannici islamici reclutati da agenti di al Qaida nelle università del Regno Unito. La rete terroristica avrebbe sopratutto cercato di arruolare persone con un alto grado di preparazione tecnica e professionale. Caratteristiche che Lord Stevens pensa si adattino bene all'identikit dei terroristi di Londra.
Elisa Pinna
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